Strage di Castel d’Azzano, confermato il carcere per i fratelli Ramponi

Il Tribunale del Riesame ha confermato il carcere per i fratelli Franco e Dino Ramponi, accusati della strage di Castel d’Azzano.

Il Tribunale del Riesame conferma il carcere per i fratelli Franco e Dino Ramponi, dopo l’esplosione del casolare di via San Martino a Castel d’Azzano, dove il 14 ottobre hanno perso la vita i carabinieri Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Bernardello. E ora oltre alla già grave indagine per strage, per i fratelli Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi si apre ora un nuovo capitolo legale: alcuni vicini di casa hanno infatti presentato denuncia per i danni riportati dalle loro abitazioni, investite dalla violenza della deflagrazione che ha ferito anche 27 persone.

Le nuove querele emergono dalle motivazioni con cui il Tribunale del Riesame di Venezia, come riporta il Corriere di Verona, ha respinto la richiesta di scarcerazione di Dino e Franco Ramponi, detenuti nel carcere di Montorio. La difesa aveva tentato di ridimensionare l’evento parlando di una “deflagrazione di bassa entità” e negando ci fosse intenzione di creare un reale pericolo per la pubblica incolumità, ma i giudici hanno giudicato la ricostruzione non credibile.

Secondo il Riesame, vi sarebbe stata infatti una “considerevole organizzazione di mezzi” riconducibile a tutti e tre i fratelli, e una preparazione accurata. A complicare ulteriormente la posizione dei fratelli, le testimonianze di due carabinieri che avrebbero visto Franco e Dino uscire dal casolare appena 13 minuti prima della tragedia, smentendo la loro versione. E soprattutto le immagini della bodycam di una delle vittime che riprenderebbe Maria Luisa Ramponi mentre innesca l’esplosione con un accendino vicino a due bombole aperte.

Intanto proprio Maria Luisa Ramponi, gravemente ustionata, resta ricoverata all’ospedale di Borgo Trento, in attesa dell’interrogatorio di garanzia.

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