Verona, Vigili del Fuoco in stato di agitazione: “Organico carente, la città è meno sicura”.
I Vigili del Fuoco di Verona alzano la voce e dichiarano ufficialmente lo stato di agitazione “dopo mesi di appelli rimasti senza risposta“. I sindacati del Corpo chiedono un incontro urgente con le istituzioni, avvertendo: “Senza soluzioni concrete, non si escludono scioperi e manifestazioni in città“.
Al centro della protesta c’è la carenza di personale e di sedi operative. “Verona ha un vigile del fuoco ogni 3450 abitanti, mentre la media regionale è di uno ogni 2500”, denunciano Fp Cgil e Fns Cisl. “Una disparità” che, secondo i sindacati, “penalizza un territorio vastissimo: oltre 928mila abitanti distribuiti su più di 3mila chilometri quadrati“.
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“Contestiamo le dichiarazioni del Ministro dell’Interno — spiegano — secondo cui Verona avrebbe avuto un incremento di 17 unità. In realtà, tra entrate e uscite, l’aumento reale è stato di appena 6 vigili. Non si tratta di nuovi arrivi, ma solo di turnover”.
Per garantire un servizio di soccorso adeguato, i rappresentanti del personale chiedono di “portare Verona almeno in linea con la media nazionale di carenza (5,2%) e di aprire subito due nuovi distaccamenti permanenti: uno in Valpolicella e l’altro a Villafranca – incalzano -. Ogni sede del Comando non ha i numeri minimi previsti. Ogni intervento complesso diventa una micro calamità”.
La tensione è salita anche dopo le rassicurazioni, ritenute “insufficienti”, arrivate durante la posa della prima pietra della nuova sede del Comando scaligero: “Non bastano promesse generiche — ribadiscono i sindacati — servono risorse straordinarie, subito”.
In ballo non c’è solo la quotidiana sicurezza dei cittadini, ma anche eventi di portata internazionale come le prossime Olimpiadi invernali. “Lanciamo un appello per ridurre il rischio per la popolazione e per i nostri soccorritori, già costretti a carichi di lavoro insostenibili”, concludono.
