Il futuro turismo di Verona tra congressi e museo del vino, l’appello di Confcommercio: “Serve un grande centro”.
Verona deve guardare oltre il turismo tradizionale e puntare forte sul settore dei congressi e sulla cultura del vino. È l’appello di Paolo Arena, presidente di Confcommercio Verona, che chiede un cambio di passo per far crescere la città anche nel turismo Mice (Meeting, Incentive, Conference and Exhibition).
“Serve un vero centro congressi — spiega Arena — come Padova, che grazie a un polo moderno vicino al centro e alle principali vie di comunicazione ha saputo attirare eventi internazionali. Verona invece, nel 2024, ha ospitato solo 7 meeting associativi contro i 20 di Padova”.
Turismo in calo.
A preoccupare è anche il calo del turismo classico: nei primi mesi del 2025 le città d’arte venete hanno registrato un -2,5% di presenze.
In questo contesto si inserisce il progetto del Museo del Vino, presentato all’Università di Verona. “Il vino — sottolinea Diego Begalli, presidente della Fondazione Museo del Vino — è un simbolo di Verona e dell’Italia, e può diventare un traino per cultura, business ed enoturismo”. Il masterplan prevede spazi per mostre, eventi, formazione, ristorazione e intrattenimento: un polo multifunzionale per richiamare visitatori tutto l’anno.
Arena rilancia: “Non basta la bellezza del territorio. Serve un grande centro congressi, magari potenziando la Gran Guardia, per ospitare migliaia di persone e attrarre un turismo di fascia alta. La Destination Verona e Garda e il Convention Bureau sono un buon inizio, ma ora serve anche l’infrastruttura”.
