Strage di Castel d’Azzano, i fratelli Ramponi “separati” in carcere: qual è la strategia difensiva

Dopo la tragedia di Castel d’Azzano, i fratelli Ramponi sono “separati” in carcere a Montorio: divieto di contatti tra i due.

Tragedia di Castel d’Azzano, la pm di Verona ha disposto il divieto di comunicazione tra i fratelli Franco e Dino Ramponi, entrambi detenuti nel carcere di Montorio, per evitare qualsiasi contatto tra i due dopo la tragica esplosione di Castel d’Azzano, in cui hanno perso la vita tre carabinieri.

Intanto ieri, lunedì 20, durante un colloquio con il suo legale, Dino Ramponi è apparso “frastornato e provato dalla detenzione”, come riporta Il Gazzettino. Il difensore ha riferito di voler valutare la possibilità di un riesame delle misure cautelari, puntando a una difesa individuale e alla separazione delle responsabilità tra i tre fratelli Ramponi.

La strategia difensiva.

Il difensore sostiene infatti che Dino non fosse presente al momento dello scoppio. Ma le carte dell’inchiesta descrivono un quadro più complesso: secondo gli inquirenti, dopo l’esplosione Dino avrebbe aggredito verbalmente i militari impegnati nei soccorsi, urlando frasi tipo “Ve l’abbiamo fatta pagare”, che secondo gli investigatori sarebbero segno di una partecipazione consapevole al piano da parte di tutti e tre i fratelli.

Nell’ordinanza, gli investigatori sottolineano inoltre che Dino e la sorella Maria Luisa Ramponi avrebbero continuato a minacciare e rivendicare il gesto, accusando le forze dell’ordine per quanto accaduto.

Intanto, Maria Luisa Ramponi resta ricoverata in ospedale con gravi ustioni riportate dopo l’esplosione delle bombole. I medici stanno procedendo con un graduale risveglio dal coma farmacologico, e quando le sue condizioni lo permetteranno, anche per lei inizieranno i colloqui con il proprio legale.

Note sull'autore