I fratelli Franco e Dino Ramponi davanti al gip del tribunale di Verona non parlano: devono rispondere dell’accusa di strage.
Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Franco e Dino Ramponi, i due fratelli accusati insieme alla sorella Maria Luisa di strage per l’esplosione del casolare di famiglia a Castel d’Azzano, avvenuta nella notte tra martedì e mercoledì e costata la vita a tre carabinieri, oltre al ferimento di altre decine di persone.
L’interrogatorio di garanzia si è svolto questa mattina, giovedì 16, nel carcere veronese di Montorio, davanti al gip del tribunale di Verona. Il difensore di Dino Ramponi ha precisato come il suo assistito non si trovasse all’interno dell’abitazione al momento dell’esplosione: “Era nei campi a lavorare”, ha dichiarato il legale. In silenzio anche l’altro fratello, Franco, mentre Maria Luisa, ancora ricoverata in terapia intensiva all’ospedale di Borgo Trento, sarà sentita quando le sue condizioni lo permetteranno.
L’accusa di strage.
Secondo il procuratore Raffaele Tito, gli indizi raccolti dagli inquirenti sarebbero inequivocabili: “C’erano le bombole di gas, c’erano le molotov e l’accendino è stato usato per fare esplodere tutto. Per uccidere”. L’esplosione, che ha ridotto in macerie il casale, sarebbe stata l’esito di una trappola premeditata. Pianificata per impedire lo sfratto esecutivo dell’immobile in cui i tre fratelli erano nati e cresciuti.
Già nel novembre 2024, infatti, Maria Luisa Ramponi aveva dichiarato davanti alle televisioni locali di aver “riempito di gas la casa per difendersi da uno sfratto ingiusto”. Denunciando presunti avvocati corrotti e firme false sul mutuo che nel 2018 aveva portato alla procedura di esecuzione. Il giorno precedente al blitz, le forze dell’ordine avevano condotto un sopralluogo con un drone, che aveva immortalato bottiglie incendiarie pronte all’uso sul tetto della casa
I funerali.
Domani, venerdì 17 ottobre, nella Basilica di Santa Giustina a Padova davanti alle principali cariche istituzionali dello Stato ci saranno i funerali dei tre carabinieri morti: il luogotenente Marco Piffari, il brigadiere capo Valerio Daprà e il carabiniere scelto Davide Bernardello. Prevista la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della premier Giorgia Meloni. Ci sarà anche il presidente della Camera, il veronese Lorenzo Fontana.
Il bollettino medico dei feriti.
Sono stabili le condizioni cliniche dei tre pazienti ricoverati dopo lo scoppio della palazzina a Castel d’Azzano, avvenuto la notte di martedì 14 ottobre (primo giorno di ricovero).
Maria Luisa Ramponi, ricoverata in Terapia intensiva generale diretta dal prof. Enrico Polati, resta intubata e si prosegue nel supporto farmacologico e respiratorio. E’ la più grave dei ricoverati.
Stabili anche le condizioni del carabiniere ricoverato al Centro grandi ustionati. Ieri la prognosi è stata sciolta, è vigile e senza febbre. L’altro carabiniere in Terapia intensiva Cardio toraco vascolare, diretta dal prof. Leonardo Gottin, è in situazione stazionaria.
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