Verona, allarme in sala parto: “Una sola ostetrica per più partorienti”

“Una sola ostetrica per più partorienti”: il grido d’allarme dalla sala parto di Verona.

Sala parto di Verona, “Ostetriche al limite tra sicurezza e salario negato”: l’allarme della Cisl Fp e della Consigliera Bigon. “Rischio partorienti senza assistenza adeguata – incalzano -. Una situazione che non può più essere ignorata”. Il Pronto Soccorso Ostetrico dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona “è di fatto operativo, ma non esiste sulla carta. Questo vuoto formale crea gravi problemi di sicurezza, organizzazione e, soprattutto, di trattamento economico per le 35 ostetriche che gestiscono ogni giorno le 10 sale parto“. La denuncia arriva dalla Cisl Fp Verona e dalla consigliera regionale Anna Maria Bigon.

La disparità economica: 250 euro al mese in meno.

“Il nodo centrale è il mancato riconoscimento. Sebbene una professionista per turno debba staccarsi dal suo compito principale per seguire il pronto soccorso ostetrico, questo servizio non ha risorse dedicate né riconoscimento economico“.

Giovanni Zanini, segretario generale Cisl Fp Verona, ha chiesto chiarimenti: “Esiste o no questo Ps ostetrico? Se vogliamo farlo funzionare, deve essere strutturato formalmente, con risorse e riconoscimenti adeguati”.

La conseguenza diretta è una pesante disparità salariale: “Le ostetriche non percepiscono l’indennità di pronto soccorso che invece viene riconosciuta, ad esempio, alle infermiere del PS pediatrico. Parliamo di una differenza di circa 250 euro lordi al mese“.

Le ostetriche, a quanto affermano, non chiedono privilegi: “Chiedono riconoscimento, rispetto e sicurezza mentre accompagnano la vita”, ha rimarcato Zanini.

Il rischio sicurezza: una sola ostetrica per più partorienti.

“Oltre al danno economico, c’è il rischio per la sicurezza delle pazienti e delle stesse professioniste”. Augusto Ferrari, coordinatore Sanità Cisl Fp Verona, ha descritto una situazione “drammatica” : “Una sola ostetrica deve spesso occuparsi di più donne in travaglio o in induzione contemporaneamente”.

Questa condizione, secondo Ferrari, “mette a rischio la sicurezza delle pazienti e quella professionale delle operatrici”. La preoccupazione è alta: “Nessuna donna vorrebbe trovarsi in questa situazione nel momento più delicato della propria vita; e nemmeno le ostetriche, che si trovano a rispondere in prima persona, anche penalmente, se qualcosa va storto“.

L’Interrogazione in Regione: “Sanare una disparità inaccettabile”.

Per sbloccare lo stallo, la consigliera regionale Anna Maria Bigon ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale. Bigon ha portato all’attenzione della Regione tre richieste chiave: Garantire la formale istituzione del Pronto Soccorso Ostetrico, con il giusto riconoscimento contrattuale. Rafforzare gli organici. Definire tempi certi per risposte concrete.

Le ostetriche dell’Aoui di Verona operano in prima linea, ma senza il riconoscimento economico e contrattuale spettante al personale di pronto soccorso. È una disparità inaccettabile, che deve essere sanata”, ha concluso Bigon.