Legambiente boccia il progetto “surf in città”: “Altra colata di cemento”

Legambiente Verona contro il progetto di “Onda surf” approvato dalla giunta: “E’ l’ennesima colata di cemento”.

Legambiente boccia il progetto “surf in città”: Verona torna al centro del dibattito ambientale con l’approvazione, da parte della giunta comunale (con il voto contrario dell’assessore Michele Bertucco), dell’opinione di indirizzo favorevole al progetto “Onda Surf”. Ovvero un maxi impianto per il surf su onde artificiali, con annessi parcheggi e ristoranti, previsto nell’area agricola della Bertacchina, tra la Gardesana, il canale Camuzzoni e l’Adige. Un’iniziativa che ha scatenato le proteste di Legambiente, che denuncia quello che considera “l’ennesimo intervento cementizio in una zona agricola ancora produttiva, in netto contrasto con le dichiarazioni di sostenibilità ambientale dell’amministrazione”.

Secondo l’associazione ambientalista, la dichiarazione di pubblica utilità per il progetto è “forzata e strumentale, trattandosi di un impianto sportivo di natura elitaria e non di servizio al quartiere. Per Legambiente, l’impianto ha inoltre almeno tre criciticità fondamentali: la pressione turistica, il traffico e il consumo di suolo in una città e in un territorio già fortemente congestionati. Verona ha infatti già raggiunto limiti di saturazione turistica impressionanti ed è una delle città d’arte più malata di overtourism.

Nel dettaglio, Legambiente evidenzia infatti come Verona sia già soggetta a un forte overtourism, con oltre 18 milioni di presenze nel 2023, mentre il traffico sulla Gardesana, già tra le strade più inquinate, potrebbe peggiorare con l’arrivo di ulteriori visitatori. Inoltre, il progetto consumerebbe 3,8 ettari di suolo agricolo, a fronte di una compensazione ritenuta inadeguata: 2 ettari alla Spianà che verrebbero solo “conservati”, non riqualificati.

Legambiente chiede quindi “lo stop immediato al progetto, almeno fino all’approvazione del nuovo Piano di Assetto del Territorio (PAT)”, e propone invece la rigenerazione di impianti e aree dismesse già esistenti. “Verona non può più permettersi il lusso di consumare nuovo suolo”, afferma Andrea Gentili, presidente di Legambiente Verona.

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