Sul caso Nocini interviene davanti al Senato accademico la rettrice dell’università di Verona Chiara Leardini.
L’università di Verona è intervenuta sulla controversa chiamata di Riccardo Nocini, figlio dell’ex rettore Pier Francesco Nocini, come professore ordinario di otorinolaringoiatria, audiologia e foniatria a soli 33 anni, e dopo aver partecipato a un concorso come unico candidato.
A fare il punto della situazione è stata la rettrice Chiara Leardini, che ha affrontato il tema davanti al Senato accademico riunito a Palazzo Giuliari, sottolineando la necessità di tutelare la reputazione dell’ateneo pur riconoscendo il clima di tensione generato dalla vicenda.
“Come rettrice e come persona – ha detto – condivido un disagio profondo che la nostra comunità universitaria sta vivendo. Sento tuttavia la responsabilità e il peso di difendere la reputazione del nostro Ateneo e quindi di qualcosa che va al di sopra della mia opinione personale”.
“Iter formalmente corretto”.
L’università di Verona fa sapere che “l’iter procedurale della chiamata di un docente di Otorinolaringoiatria, Audiologia e Foniatria da parte del dipartimento di Scienze chirurgiche, odontostomatologiche e materno infantili risulta formalmente corretto dal punto di vista amministrativo”. E ricorda che “l’abilitazione a professore ordinario di Riccardo Nocini è stata attribuita da una Commissioni per l’abilitazione scientifica nazionale e che la valutazione successiva è stata fatta da una Commissione esterna composta da tre docenti ordinari”.
“Prendo atto, tuttavia – ha aggiunto la rettrice – che esiste una parte formale che abbiamo ricostruito attraverso i 14 passaggi procedurali e che siamo disponibili a divulgare a chi lo richiedesse. Se dovessero emergere nuovi elementi siamo disponibili e ci impegniamo a considerarli. Sono comunque amareggiata perché quello che è emerso in questi giorni non rappresenta la forza e l’eccellenza della nostra comunità universitaria che rivendico con orgoglio”.
