Nel 2024 in provincia di Verona si sono registrati 2.878 incidenti, in linea con l’anno precedente: i morti sono stati 60, 3.775 i feriti.
Nel 2024 la sicurezza stradale in provincia di Verona mostra segnali contrastanti: da un lato cala il numero delle vittime, dall’altro resta elevato il volume complessivo degli incidenti. Secondo i dati Istat, nel Veronese si sono registrati 2.878 incidenti stradali, che hanno causato 60 morti e 3.775 feriti
Rispetto al 2023, le vittime diminuiscono di quattro unità, mentre gli incidenti restano sostanzialmente stabili (2.884 l’anno precedente). Il calo dei decessi appare significativo anche nel confronto di lungo periodo: rispetto al 2010, il numero dei morti sulle strade veronesi si è ridotto di oltre il 22%
Il tasso di mortalità provinciale è pari a 6,5 vittime ogni 100 mila abitanti, superiore alla media regionale (5,5). Un dato che colloca Verona tra le province venete con l’impatto più elevato in termini di mortalità stradale, nonostante il miglioramento registrato nell’ultimo anno

Come nel resto del Veneto, anche nel territorio veronese la maggior parte degli incidenti avviene in ambito urbano, dove si concentra circa il 70% dei sinistri regionali. Le dinamiche più frequenti sono gli scontri tra veicoli, in particolare quelli frontale-laterali e i tamponamenti. Tra le cause principali figurano la guida distratta, il mancato rispetto delle precedenze e le manovre irregolari, che insieme rappresentano quasi la metà degli incidenti complessivi

I comportamenti più a rischio.
Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, la guida distratta o l’andamento indeciso, il mancato rispetto delle regole di precedenza e le manovre irregolari sono le prime tre cause di incidente stradale, rappresentando complessivamente il 46,9%dei casi. Lungo le sole strade extraurbane le prime tre cause di incidente sono: la guida distratta (che incide da sola per il 23,3%), il mancato rispetto della distanza di sicurezza (11%) e il mancato rispetto delle regole di precedenza (9%).
Nel 2024, nei centri urbani veneti l’indice di mortalità è sceso a 2 decessi ogni 100 incidenti, in miglioramento rispetto all’anno precedente. Un dato che suggerisce un rafforzamento della sicurezza nelle città, ma che non riduce l’urgenza di interventi su traffico, velocità e comportamenti alla guida, soprattutto nelle ore di punta e nelle fasce serali e notturne.
I mesi e le ore più a rischio.
Nel periodo gennaio-aprile si sono registrati in Veneto 3.794 incidenti (29,5% del totale) mentre tra maggio e settembre, in coincidenza del periodo di maggiore mobilità per vacanze, se ne contano 5.890 (il 45,8% di quelli avvenuti durante l’anno), in cui hanno subito lesioni 7.976 persone (46,3%) e 131 sono decedute (48,7%). I mesi più critici sono stati luglio e giugno con, rispettivamente, il 10,2% e il 9,4% degli incidenti. Nei mesi di giugno e settembre si è registrata la più alta incidenza di vittime della strada, pari all’11,9% per mese.
Il 79,2% degli incidenti ha avuto luogo tra le 8.00 e le 21.00, ma l’indice di mortalità raggiunge i valori più elevati nella fascia oraria tra mezzanotte e l’1.00 (9,9 morti ogni 100 incidenti) e tra le 2.00 e le 3.00 (6,2 morti ogni 100 incidenti), valori molto superiori alla media giornaliera (2,1). Il venerdì e il sabato notte si concentrano il 45,2% degli incidenti notturni, il 48,1% delle vittime e il 47,1% dei feriti. L’indice di mortalità dei soli incidenti notturni è pari a 4,4 decessi ogni 100 incidenti.
