Concamarise: “sì” definitivo all’impianto a biometano, ma la protesta dei cittadini non si ferma.
A Concamarise, nel Basso Veronese, si farà l’impianto a biometano: il Consiglio di Stato ha respinto definitivamente il ricorso presentato dai Comuni contrari al progetto. Si apre così la strada alla realizzazione dell’impianto alimentato da rifiuti urbani e scarti agroalimentari.
La decisione, però, non placa le polemiche. A riaccendere l’attenzione è la consigliera regionale Anna Maria Bigon (Pd), che parla di “sentenza da rispettare, ma che lascia aperte troppe incognite”.
Bigon punta il dito contro l’impatto che un impianto di questo tipo può avere su un territorio definito “fragile”: odori sgradevoli, timori per la salute, consumo di suolo agricolo e svalutazione degli immobili sono alcune delle preoccupazioni che i residenti avevano sollevato sin dall’inizio.
“La politica non può voltarsi dall’altra parte”, ammonisce la consigliera dem. “Questi impianti non possono spuntare senza una regia chiara. Non basta autorizzare: servono regole condivise e un piano per stabilire dove è davvero sostenibile costruirli”.
Un altro nodo, secondo Bigon, è il rischio che dietro al biometano si nasconda un modello di agricoltura piegato solo alla produzione di energia. “In troppi casi – sottolinea – i campi vengono coltivati non per produrre cibo ma per alimentare gli impianti. Così cambia il paesaggio e si mette in conflitto l’interesse privato con quello collettivo”.
La consigliera conclude rilanciando un appello alla Regione Veneto: “La transizione ecologica non può ricadere sulle spalle delle comunità locali. Serve una pianificazione equa, fatta ascoltando chi vive quei territori”.
