Tecnologia anti-tumore: a Negrar la radioterapia cura la prostata in 5 sedute, senza dolore né ricovero.
Negrar, tumore della prostata: “L’efficacia della radioterapia è pari alla chirurgia, ma i pregiudizi bloccano il 40% dei pazienti idonei”. In occasione della campagna internazionale Movember per la sensibilizzazione sulle patologie maschili, gli specialisti dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar lanciano un appello per superare lo stigma ingiustificato che circonda la radioterapia nel trattamento del tumore della prostata.
Nonostante i tassi di guarigione siano “sovrapponibili” a quelli della chirurgia radicale e gli effetti collaterali spesso ridotti, in Italia la radioterapia riveste ancora un ruolo minore. Mentre dovrebbe essere impiegata nel 50-60% dei casi, nel nostro Paese raggiunge solo la quota del 15-20% dei pazienti.
Il pregiudizio come ostacolo alla cura.
Secondo gli esperti, la causa di questo impiego limitato risiede nei diffusi luoghi comuni.
Molti pazienti attribuiscono alla radioterapia un peso inferiore rispetto alla chirurgia. C’è la paura di non avere una vita sessuale normale. Esiste l’errata convinzione che il trattamento sia solo palliativo o limitato ai casi estremi.
“Nonostante il passare degli anni, la radioterapia continua a essere avvolta da un alone di diffidenza mista a disinformazione,” avverte il Professor Filippo Alongi, direttore del Dipartimento di radioterapia oncologica avanzata dell’Irccs di Negrar e ordinario di radioterapia all’Università di Brescia. Alongi sottolinea che il trattamento può essere definito “curativo al pari del bisturi”.
I vantaggi della precisione.
Uno studio anglosassone citato da Alongi ha messo a confronto la chirurgia robotica con la radioterapia di precisione per il tumore confinato alla ghiandola prostatica. I risultati hanno evidenziato che, a parità di guarigione in oltre il 90% dei casi, la radioterapia moderna è meglio tollerata, preservando maggiormente la continenza urinaria e la funzionalità erettile.
“Un paziente su due sarebbe idoneo al trattamento radioterapico, ma soltanto un paziente su 5 viene sottoposto a questa metodica di cura non invasiva”.
