Caso Moussa Diarra, accertamenti decisivi in stazione: il colpo fatale esploso da mezzo metro

Inchiesta Moussa Diarra: sopralluogo balistico a Porta Nuova per ricostruire la dinamica dei colpi mortali.

C’è stata un’importante fase dell’inchiesta sulla morte di Moussa Diarra nella mattinata di ieri giovedì 29 maggio: un sopralluogo tecnico alla stazione ferroviaria di Porta Nuova, teatro del tragico episodio avvenuto il 20 ottobre scorso. Il giovane maliano, 26 anni, era stato ucciso da un agente della Polizia Ferroviaria intervenuto durante un alterco in cui Diarra impugnava un coltello.

Dopo mesi di indagini, la Procura ha affidato a un esperto balistico il compito di ricostruire nel dettaglio la dinamica dei colpi esplosi: tre, secondo le prime ricostruzioni, partiti dall’arma d’ordinanza dell’agente. Uno, quello fatale, esploso da una distanza di mezzo metro. La perizia dovrà stabilire con precisione angolazioni e traiettorie, elementi fondamentali per determinare se l’uso della forza sia stato proporzionato e giustificabile.

Questo accertamento si inserisce tra gli ultimi passaggi tecnici prima della chiusura del fascicolo. Resta ancora da acquisire l’esito definitivo dell’analisi delle immagini di videosorveglianza presenti nella zona di piazzale XXV Aprile. Le registrazioni, secondo quanto riferito dal procuratore, non avrebbero fornito finora contributi decisivi a causa della bassa qualità delle immagini.

Il poliziotto coinvolto risulta indagato per eccesso colposo in legittima difesa, ma la famiglia della vittima continua a contestare questa ricostruzione, ipotizzando invece un atto intenzionale. La loro posizione è sostenuta anche da alcuni legali e associazioni che chiedono trasparenza e chiarezza su quanto accaduto quella mattina.