Clara Rossignoli, parla l’uomo del furgone: “Non c’entro nulla, ho solo avuto la sfortuna di essere lì”

Scomparsa di Clara Rossignoli, parla il proprietario del furgone: Io non c’entro nulla, ho solo avuto la sfortuna di essere lì”.

“Io non c’entro nulla, ho solo avuto la sfortuna di essere lì”: sono queste le parole del proprietario del furgone sul quale sono state trovate tracce biologiche ora oggetto di accertamenti della Procura in relazione alla scomparsa di Clara Rossignoli, la 79enne di Porto di Legnago, svanita nel nulla l’8 aprile scorso.

In queste ore al centro dell’inchiesta è finito infatti un furgone sul quale i carabinieri hanno individuato una macchia di sangue. Il mezzo è di proprietà di un uomo che, raggiunto dagli inviati della trasmissione Rai Storie Italiane, si dice estraneo alla vicenda: “Ho avuto solo la sfortuna di essere lì. Se avessi anche solo immaginato qualcosa, me ne sarei andato subito”, ha dichiarato l’uomo, sostenendo di aver assistito solo a un litigio verbale in casa di Clara tra la donna, il nipote Mattia Nascimben e l’ex compagna di lui, Erica Chiarion.

L’indagine per omicidio.

I due, il nipote di Clara e l’ex compagna, sono attualmente indagati per omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Il proprietario del furgone, non indagato, ha raccontato di essersi allontanato dalla casa subito dopo il litigio, tornando solo qualche ora più tardi, verso mezzanotte, “con due pizze e una bottiglia di vino” per festeggiare il compleanno della figlia di Erica, senza notare nulla di sospetto. “In casa c’erano le porte chiuse – racconta – non ho visto Clara, mi è stato detto di non fare casino, ma mi sembravano tutti tranquilli”.

Le tracce biologiche sul furgone, in particolare la macchia di sangue, sono al vaglio Procura. “Quel sangue potrebbe essere mia o di Erica, ma non della signora Clara”, ha detto l’uomo, sostenendo di avere la coscienza pulita.

Nel frattempo la Procura ritiene sempre più probabile che la scomparsa sia avvenuta proprio la sera dell’8 aprile. Il cellulare di Clara Rossignoli è stato spento il giorno successivo. La figlia Marta, che ha sporto denuncia il 14 aprile, continua a sostenerlo: “Sono convinta che mia madre sia morta. Spero che venga trovato il corpo e che si smetta di infangare il suo nome”.

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