Da gennaio acqua più cara per Verona e provincia: aumento delle bollette per il maxi investimento.
L’acqua costerà di più da gennaio 2026: bollette in aumento per finanziare il futuro idrico di Verona e provincia. A partire il primo mese dell’anno nuovo, i cittadini della provincia di Verona vedranno lievitare il costo del servizio idrico integrato. L’adeguamento tariffario approvato dai sindaci e ratificato dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) lo scorso ottobre, comporterà un incremento sulle bollette che varia a seconda del gestore.
Per i 77 Comuni serviti da Acque Veronesi, l’aumento sarà del 2,9%. Contestualmente, i residenti dei 20 municipi gestiti da Gardesana Servizi (che coprono l’area del lago e del Monte Baldo) subiranno un rincaro maggiore, pari al 3,9%. Questa rimodulazione tariffaria, che inciderà sulle spese familiari, è stata giustificata dalla necessità di finanziare una trasformazione del sistema idrico locale.
Piano da oltre un miliardo di euro.
L’incremento dei costi è direttamente collegato alla pianificazione di un massiccio programma di investimenti. L’organismo di indirizzo e controllo (Ato) del servizio idrico veronese, che riunisce 97 dei 98 Comuni della provincia, ha recentemente approvato un bilancio di previsione che getta le basi per la stesura del nuovo Piano d’Ambito. Questo strumento strategico, destinato a definire interventi e sviluppo infrastrutturale per i prossimi trent’anni, prevede un impegno economico che potrebbe superare il miliardo di euro.
Lavori in corso per l’acqua del futuro.
La provincia sta entrando in una nuova fase di sviluppo per l’acqua potabile, le fognature e la depurazione. La necessità di una riprogrammazione è dettata dalle nuove e più severe normative in materia di acque reflue, fanghi di depurazione e qualità delle acque potabili.
L’attuale pianificazione risalente al 2006, che ha portato alla nascita degli attuali gestori e ha già generato infrastrutture per circa 600 milioni di euro, sta per esaurirsi. Il nuovo piano, la cui entrata in vigore è attesa per il 2030, sarà l’architrave per i prossimi decenni.
Gli obiettivi principali che verranno definiti a partire dal 2026: l’implementazione di tecnologie avanzate per l’abbattimento di inquinanti complessi (come i residui di farmaci) che le tecniche attuali non riescono a neutralizzare completamente. Il rafforzamento della protezione delle fonti di approvvigionamento e dei pozzi che alimentano gli acquedotti. Il trasferimento della gestione delle acque piovane dai singoli Comuni alle società di gestione.
