Viviamo circondati da spazi. Li attraversiamo, li abitiamo, li usiamo per lavorare, rilassarci, incontrarci. Ma quanti di questi spazi sono realmente pensati? E soprattutto: da chi? Oggi, il mestiere dell’interior designer è uno dei più richiesti e in espansione, perché risponde a una domanda sempre più profonda: quella di vivere meglio. Una stanza ben progettata può migliorare l’umore. Un ristorante curato nei dettagli può farci sentire a casa. Un ufficio pensato per le persone, e non solo per la produttività, può rivoluzionare il lavoro quotidiano. Progettare gli interni, oggi, non è solo decorazione: è un atto di cultura e consapevolezza.
Per chi sogna di trasformare questa attitudine in un mestiere, la formazione è il primo passo. In Italia, una delle realtà più solide e riconosciute è la accademia Verona, ovvero la NAD, Nuova Accademia del Design, in via Santa Teresa 2. Non una scuola teorica, ma un luogo in cui si impara facendo. Dove le lezioni non si fermano ai banchi ma continuano nei laboratori, nei workshop, nei progetti veri. Dove si respira il design, ma soprattutto lo si pratica.
Perché diventare interior designer oggi?
Non è una moda. È una necessità. In un mondo che cambia rapidamente – nei modi di abitare, lavorare, consumare – cresce la consapevolezza che gli spazi non siano solo contenitori, ma strumenti. E come tutti gli strumenti, devono essere progettati con intelligenza. L’interior designer è quella figura capace di leggere un ambiente e interpretarlo alla luce delle esigenze di chi lo vivrà. Parliamo di estetica, certo, ma anche e soprattutto di funzionalità, psicologia dello spazio, comportamento, flussi.
Un interior designer non si limita a disporre arredi con gusto. Interviene sul modo in cui le persone si muovono, si sentono, agiscono in un luogo. Ecco perché è oggi una delle figure più ricercate non solo nel residenziale, ma in ambiti come retail, hospitality, uffici, ristorazione, sanità, educazione. Chi pensa che il design d’interni sia solo “arredare bene” è rimasto fermo a decenni fa.
Qual è il percorso per lavorare nel settore?

In Italia non serve una laurea per esercitare la professione di interior designer. Serve però una preparazione seria, un metodo di lavoro, competenze tecniche e digitali, e un portfolio che parli per te. Il corso Interior Design della Nuova Accademia del Design è pensato esattamente per questo: dare a chi lo frequenta gli strumenti per entrare davvero nel mondo del progetto.
Tre anni di formazione post-diploma in cui si alternano teoria e pratica, studio dei materiali e software professionali, storia del design e strategie di comunicazione. Un programma che tocca tutti gli ambiti in cui oggi il design d’interni è richiesto: abitazioni, negozi, showroom, hotel, spazi collettivi. L’obiettivo è chiaro: formare professionisti pronti, non studenti che restano chiusi nella teoria.
Quanto guadagna un interior designer?
È una domanda legittima. La risposta, come spesso accade, dipende da esperienza, città, contatti, ma anche dalla capacità di proporsi in modo professionale. Un neodiplomato può iniziare intorno ai 1.200-1.500 euro al mese se inserito in studio, ma già con due o tre anni di esperienza e un buon portfolio può superare i 2.500-3.000 euro, soprattutto in ambiti contract o retail. Chi sceglie la strada freelance – sempre più praticata – può gestire in autonomia i propri progetti e arrivare a guadagni molto più alti, con margini e libertà maggiori. Quello che fa la differenza non è solo il talento: è la preparazione.
Ma perché studiare design a Verona?

Verona è una città a misura di vita e a misura di progetto. Ricca di storia e cultura, ma anche molto contemporanea. Ben collegata a Milano, Venezia e Bologna, è sede di aziende, showroom, studi di architettura, realtà artigianali. Un ecosistema perfetto per chi vuole iniziare a costruirsi un network, osservare da vicino come funziona il mercato, partecipare a eventi, fiere, incontri. Non è solo dove si studia, ma il contesto in cui si cresce come professionista.
All’interno di questo contesto, la Nuova Accademia del Design offre un’esperienza didattica che è molto più di un corso. È una palestra, un laboratorio, un acceleratore. Non a caso molti studenti NAD iniziano a lavorare già prima della fine del triennio, grazie ai contatti con le aziende partner e all’impostazione pratica dei corsi.
Cosa cercano le aziende oggi?
La figura del designer d’interni è sempre più ibrida. Non basta conoscere i materiali o saper fare un bel render. Servono capacità relazionali, comprensione dei bisogni del cliente, gestione dei tempi e dei budget, sensibilità estetica, conoscenza dei trend, attenzione alla sostenibilità. Le aziende cercano persone complete, curiose, aggiornate. Per questo una formazione come quella offerta da NAD è apprezzata: perché costruisce un profilo professionale capace di dialogare con tutti i soggetti coinvolti in un progetto. Non solo il cliente, ma anche l’impresa, l’artigiano, il fornitore.
Chi sono gli studenti ideali per questo percorso?

Chi ha uno sguardo attento. Chi entra in un luogo e si chiede “perché è stato pensato così?”. Chi ama progettare, ma anche chi è sensibile alla psicologia degli spazi. Non serve saper disegnare perfettamente: serve avere voglia di imparare, mettersi alla prova, acquisire strumenti. Il corso è pensato per chi ha appena finito le scuole superiori, ma anche per chi, più avanti negli anni, sente il bisogno di una formazione concreta e riqualificante.
È una scelta utile anche per chi viene da un’altra formazione?
Sì. Molti studenti NAD arrivano da percorsi diversi: licei, istituti tecnici, corsi artistici, o addirittura da carriere lavorative che sentivano strette. Il design, se vissuto con serietà, è una disciplina accogliente. Ti chiede visione, sì, ma ti insegna metodo. È anche per questo che chi si forma in NAD riesce spesso a reinventarsi professionalmente, trovando finalmente una dimensione che unisce passione e lavoro.
Progettare non è solo un lavoro. È un modo di guardare il mondo
Scegliere di diventare interior designer significa voler lasciare un segno negli spazi che ci circondano. Non si tratta solo di “bello”, ma di funzionale, vivibile, pensato. In un tempo in cui la qualità della vita passa anche (e sempre di più) dalla qualità degli ambienti, chi sa progettarli ha una responsabilità enorme – e una grande opportunità.
Per questo studiare interior design oggi è una scelta intelligente, concreta, lungimirante. E farlo in un contesto come Verona, in un’accademia come NAD, vuol dire partire con il piede giusto.
Il futuro si costruisce anche così: progettando lo spazio che vogliamo vivere.
