Verona: “Il lavoro pirata avvelena bar e ristoranti, è allarme”

Allarme contratti pirata: “A Verona i lavoratori perdono fino a 8mila euro l’anno”.

Verona: “Troppi contratti pirata che nel settore dei pubblici esercizi sono in crescita anche nel Veronese, e meno tutele per i lavoratori”. A lanciare l’allarme è Fipe Confcommercio Verona, preoccupata per l’espansione di contratti collettivi alternativi a quello ufficiale, che offrono condizioni peggiori a baristi, camerieri e altri lavoratori del settore.

Secondo l’associazione di categoria, oggi esistono 41 contratti non rappresentativi per bar e ristoranti. Il risultato: meno tutele, stipendi più bassi e concorrenza sleale tra imprese. “Il contratto ufficiale Fipe Confcommercio — rinnovato nel 2024 — è applicato dal 92% delle aziende“, ricorda l’associazione, “ma la diffusione di contratti meno costosi per i datori di lavoro sta diventando un problema serio per chi rispetta le regole“.

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I numeri parlano: “Nel terziario su 1.000 contratti, più di 250 riguardano questo settore, ma solo una quarantina hanno reale applicazione. I contratti pirata possono fare perdere a un lavoratore da 3 mila a 8 mila euro lordi all’anno, oltre a welfare e previdenza”.

Per aiutare imprese, consulenti e ispettori a riconoscere questi contratti e contrastare la diffusione del dumping, Fipe Confcommercio ha pubblicato una nuova guida operativa. “L’obiettivo è tutelare chi lavora regolarmente e fermare chi punta solo al risparmio“.

Confcommercio Verona ribadisce il suo impegno a collaborare con Inps e Ispettorato del Lavoro per proteggere chi applica i contratti giusti. “Il rispetto delle regole — sottolinea l’associazione — è l’unico modo per garantire qualità, formazione e motivazione nei pubblici esercizi di Verona e provincia“.