Piva Group, scatta lo stato di agitazione: “L’azienda penalizza chi si ammala”

Gazzo Veronese, rottura totale tra Piva Group, e sindacati: indetto lo stato di agitazione.

Clima di tensione tra sindacati e Piva Group, l’azienda di Roncanova di Gazzo Veronese: indetto lo stato di agitazione per il contratto. Le organizzazioni sindacali Fim e Fiom di Verona, con le Rappresentanze Sindacali Unitarie – Rsu – interne, hanno proclamato lo stato di agitazione in seguito al fallimento delle trattative per il rinnovo del contratto integrativo aziendale.

La rottura è stata sancita dopo che l’azienda ha presentato una bozza di accordo giudicata “inaccettabile” e “distante dalle reali esigenze dei dipendenti”, nonostante il riconoscimento dei contributi forniti alla crescita del gruppo dal 2005.

Il nodo del “Premio di presenza”.

Il punto di maggiore attrito riguarda i criteri per l’ottenimento del premio di presenza. I sindacati denunciano che la proposta aziendale introduce parametri di assenteismo talmente rigidi e stringenti da rendere il bonus, di fatto, “irraggiungibile o troppo penalizzante” per la maggior parte dei lavoratori.

La critica si concentra sul fatto che la bozza aziendale non esclude dal calcolo delle penalità le assenze legittime e tutelate dalla legge o dal Ccnl, come: malattie (anche di breve durata). Permessi per Legge 104. Infortuni sul lavoro. Maternità/paternità e congedi per lutto. Donazione sangue.

“Non è un premio, ma una misura punitiva che mira a disincentivare l’uso dei diritti contrattuali e di legge” hanno dichiarato i rappresentanti di Fim e Fiom.

Economia insufficiente e richiesta di revisione.

Oltre alla distorsione sul premio di presenza, le Rsu e le Os ritengono insufficiente anche la componente economica complessiva dell’integrativo. L’aumento proposto non sarebbe adeguato a compensare l’inflazione, la perdita di potere d’acquisto e l’incremento dei carichi di lavoro e della flessibilità richiesti, a fronte degli “ottimi risultati produttivi” consolidati dal Gruppo Piva.

I sindacati ribadiscono la volontà di “siglare un accordo che sia equo e realmente redistributivo. Per sbloccare la situazione”, chiedono: “Un’immediata revisione dei criteri del premio di presenza, escludendo le assenze tutelate. Un aumento della parte fissa e variabile del premio di risultato”.

    Unitariamente, i rappresentanti dei lavoratori hanno annunciato la convocazione di assemblee per discutere le iniziative di mobilitazione e si riservano di intraprendere “ogni azione di lotta necessaria, inclusa la realizzazione di pacchetti di ore di sciopero”.