Coldiretti lancia l’allarme sui lupi in Lessinia e chiede misure urgenti.
Un fenomeno che da tempo preoccupa gli allevatori delle zone montane veronesi si sta rapidamente trasformando in un’emergenza che coinvolge l’intera cittadinanza: la presenza sempre più invasiva del lupo. È questo l’allarme lanciato da Coldiretti a margine dell’incontro organizzato dal Parco regionale della Lessinia, alla presenza dell’assessore regionale Cristiano Corazzari.
“Da sempre Coldiretti auspica interventi urgenti e mirati per dare risposte agli allevatori in attesa che si possa contare su un piano di gestione nazionale per abbattere il lupo o per lo meno per prelevarlo dai territori in cui è troppo invasivo, – ha detto il presidente di Coldiretti Verona, Alex Vantini – sappiamo che ad oggi questo si può fare in deroga ma solo a determinate condizioni tra cui un danno economico a carico degli allevatori, l’attivazione di tutte le azioni in difesa dei capi e la dimostrazione dell’esistenza di una predazione cronica da parte del lupo, ma ad oggi questo è attuabile solamente a fronte di un monitoraggio attendibile dei capi presenti sul territorio”.
I numeri.

I numeri confermano la gravità della situazione. Nel 2024, le zone montane della provincia di Verona hanno registrato 206 eventi predatori, in aumento rispetto ai 200 del 2023 (elaborazione Coldiretti su dati ULSS di Verona). La maggior parte delle vittime sono ovini e caprini (198 capi), seguiti dai bovini (122 capi). Quello del lupo, però, non è più solo un problema agricolo; ormai coinvolge tutta la cittadinanza che sta vivendo la paura e il senso di impotenza che fino a poco tempo fa apparteneva solamente agli abitanti delle zone più remote della nostra provincia.
Coldiretti chiede con urgenza l’aggiornamento del Piano nazionale di conservazione e di gestione del lupo in Italia, fermo dal 2002. L’obiettivo è adeguare gli interventi consentiti alla nuova drammatica situazione, a partire dalla gestione numerica degli esemplari, anche in vista della possibile declassificazione del lupo da specie “rigorosamente protetta” a “protetta” a livello europeo.
“Le predazioni sono ormai quasi quotidiane e si spingono sempre più verso la pianura e i centri abitati, generando forte preoccupazione anche tra la popolazione. Un recente attacco a Sant’Anna d’Alfaedo, avvenuto tra le case, ha ulteriormente evidenziato la gravità della situazione. Come organizzazione – continua Vantini – abbiamo accolto positivamente l’iniziativa del progetto Heimat che mette in campo alcune azioni per lo studio di sistemi come i virtual fences e innovativi sistemi di dissuasione oltre ai pallini di gomma. Un punto di partenza che richiede la collaborazione di tutti gli attori, dagli allevatori, agli amministratori, alla politica anche per individuare gli animali problematici, a predazione cronica, sui cui sarà (ci auspichiamo) la possibilità di intervenire in deroga con l’abbattimento”.
“All’incontro di questa mattina – precisa Vantini – abbiamo fatto una proposta concreta all’assessore Corazzari: individuare al più presto un soggetto terzo che possa anticipare e velocizzare gli indennizzi agli agricoltori che hanno subito predazioni, sia per i danni diretti che per quelli indiretti, ma anche per anticipare i costi spesso molto spiacevoli per lo smaltimento delle carcasse. Questa è una azione facilmente attuabile fin da subito quindi invitiamo la Regione a dare la massima priorità a questa proposta così come alla richiesta di dare risposte che il territorio sta attendendo da troppo tempo”, ha concluso Vantini.
A rischio il futuro delle Aziende.
A maggio, una delegazione di allevatori di Coldiretti Veneto era stata ricevuta al Senato per discutere dei disegni di legge sulla transumanza testimoniando le difficoltà degli imprenditori agricoli della Lessinia, dove la presenza incontrollata del lupo sta mettendo a rischio la sopravvivenza delle aziende locali come spiega l’allevatore Adriano Canteri di Roverè Veronese: “da oltre un decennio l’attività dell’alpeggio è messa fortemente a rischio per la presenza del lupo che, privo di predatori naturali e trovandosi nella condizione di proliferare incontrollatamente, ha costituito qui numerosi branchi che stanno mettendo a dura prova la sopravvivenza delle aziende locali. Solo nel 2024, oltre 120 bovini sono morti per predazioni e nel 2025 sono già 77, a cui si aggiungono eventi traumatici e abortigeni con gravi danni economici e sul benessere degli animali. Un ulteriore problema è anche quello degli incroci tra lupi e canidi per cui spesso non si ha nemmeno la certezza dell’indennizzo, ragione per cui spesso non si denuncia nemmeno il danno subito”.
