Non c’è zona della città che sarà esclusa dalla rigenerazione urbana prevista con la Variante 29.

In tutte le istanze è rispettato il principio cardine della Variante 29, ovvero rigenerare spazi urbani senza consumo di nuovo suolo. Con un mix di funzioni che contribuiranno a migliorare significativamente gli standard qualitativi del tessuto urbano, aggiungendo aree verdi ora assenti, collegamenti stradali laddove servono ma anche insediamenti abitativi, in risposta ad una città in continua crescita e con nuove esigenze di espansione.

L’autobus Atv usato per il tour si è fermato all’ex campeggio in via Bresciana, all’ex Centrale del Latte sempre in via Bresciana, alle future ‘case nel bosco’ in via Gardesane e all’ex Couver in via Fava.
A visitare le aree, in cui erano presenti i rispettivi proprietari, è andato il sindaco Federico Sboarina insieme agli assessori alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala e alla Viabilità Luca Zanotto.

L’ex campeggio in via Bresciana 52 è un’area di circa 38 mila metri quadrati in stato di abbandono da circa 10 anni. Dell’attività svolta in passato resta gran poco, e quel che rimane, oltre ad essere in avanzato stato di degrado, è immerso nella vegetazione più incolta. Ma sarà proprio il verde il valore aggiunto dell’idea progettuale presentata dalla proprietà, che ha chiesto il permesso di costruire una Residenza sanitaria assistenziale immersa nel bosco, per un servizio alla collettività oggi assente in questa parte della città. La struttura andrebbe ad occupare una superficie di 4.500 metri quadrati, il resto rimarrebbe a parco boscato.
Per l’ex Centrale del Latte in via Bresciana 74, la Variante 29 rappresenta una straordinaria opportunità per lasciarsi alle spalle un degrado non solo edilizio ma legato anche ai numerosi episodi che negli ultimi anni l’hanno vista teatro di occupazioni abusive, spaccio e microcriminalità. Negli anni di massima produttività, la Cooperativa Centrale del Latte gestiva non solo la raccolta e lo smistamento del siero prodotto da diverse aziende agricole, ma anche il caseificio e un allevamento di maiali. L’attività, a seguito anche di un fallimento e di un nuovo assetto della Cooperativa che unisce una sessantina di famiglie, è stata dismessa e trasferita, lasciando in via Gardesane solo alcuni uffici di segreteria. L’obiettivo è ridare vita a quest’area con una funzione logistica, idonea anche per la posizione e la vicinanza con la tangenziale e l’autostrada. L’area si espande su una superficie di 10 mila metri quadrati.
Le ‘case nel bosco’ al momento, lo sono solo sulla carta. In via Gardesane 74, infatti, non c’è traccia di residenziale, visto che l’unico edificio presente è occupato da un’attività produttiva in via di dismissione. Tuttavia, il progetto presentato, propone di riconvertire tale superficie per la costruzione di abitazioni ad un solo piano, improntate su un’edilizia di tipo sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Una proposta che risponde anche alle nuove esigenze abitative della città, in crescita demografica, secondo nuovi canoni e modelli che risentono anche degli effetti della pandemia. Sono previste nuove abitazioni per 1.800 metri quadrati di superficie.
Su via Lorenzo Fava, all’ex Couver ora di proprietà del Cems, potrebbe sorgere una nuova accademia dedicata alle attività sportive, vocazione storica dell’area dismessa dopo il terribile incendio del 2017. Così come un ampliamento per l’attiguo Centro medico specialistico, con nuove sale funzionali e nuovi parcheggi. Si parla di circa 32 mila metri quadrati di area, in parte da bonificare a causa dell’incendio. Interessante la progettualità legata alla viabilità, che prevede la riqualificazione delle strade attigue con alcune rotatorie e la realizzazione di una pista ciclabile che attraversi i quartieri di San Massimo e Borgo Milano.

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