Arpav. Polveri fini e ossidi di azoto: trend pluriennali in diminuzione in Veneto

L’area del Bacino Padano e, in particolare, il Veneto, sono caratterizzati da un’elevata densità abitativa, dalla presenza di numerose attività economiche, industriali e artigianali e,

al contempo, da condizioni morfologiche e climatiche tali da sfavorire il rimescolamento degli inquinanti. Ciononostante negli ultimi 15 anni si osservano, in Veneto, considerevoli riduzioni nei trend delle concentrazioni di particolato PM10 e di Biossido di Azoto (NO2).

Concentrazioni: trend 2005-2019
 Confrontando il dato complessivo riferito al 2005 delle medie annuali di PM10 con il corrispondente per il 2019, si osserva una riduzione percentuale del 46% per le stazioni di traffico e del 37% per le stazioni di fondo. Anche i trend delle concentrazioni medie annuali di NO2, per le stazioni di fondo e traffico, sono in costante diminuzione se si mettono a confronto i valori medi annuali del 2019 con quelli del 2005. Le riduzioni sono state del 38% per le stazioni di traffico e del 35% per le stazioni di fondo. La decrescita registrata è più evidente negli anni tra il 2005 il 2010 per entrambi gli inquinanti.

Emissioni
 Il confronto con la media europea evidenzia per il Veneto un’emissione pro-capite inferiore di circa il 23% per il PM10 e l’8% per gli NOx (riferimento: dato INEMAR 2015). Inoltre, nel periodo tra il 2005 e il 2015 le emissioni in Veneto si sono ridotte similmente al trend medio europeo per gli NOx (-40% per il Veneto e -36% per EU28) mentre la riduzione del PM10 nel decennio è superiore alla media europea (-31% per il Veneto contro un -23% per la media EU28).

 Questi risultati positivi evidenziano l’efficacia delle politiche ambientali perseguite negli ultimi 15 anni, oltre che a livello europeo e nazionale, anche dalla Regione Veneto e dalle altre Regioni del Bacino Padano che, sinergicamente, hanno operato verso un unico obiettivo comune: il rispetto della normativa comunitaria sulla qualità dell’aria e la tutela della salute umana e dell’ambiente. Tali risultati ribadiscono, infine, l’assoluta eccezionalità morfologica e climatica della Pianura Padana, nella quale il rispetto degli standard legislativi stabiliti a livello europeo richiede misure più idonee alle peculiarità di quest’area rispetto a quelle applicate in altre zone d’Europa. La direzione intrapresa è dunque quella giusta. I risultati positivi, naturalmente, non devono indurci ad abbassare la guardia ma piuttosto a proseguire nell’azione, consolidando e migliorando ulteriormente quanto già realizzato.

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