Testamento pubblico e olografo: caratteristiche e differenze

Redigere un testamento è un atto di grande responsabilità, che consente di stabilire con chiarezza come gestire i beni dopo la morte, evitando spiacevoli (e inutili) controversie fra eredi. Tra le varie tipologie, le più diffuse sono il testamento olografo e quello pubblico, con sostanziali differenze in termini di sicurezza, costi e procedure. Andiamo quindi a scoprire quali sono i rispettivi vantaggi e svantaggi.

Tipologie a confronto: procedure e validità

Prima di tutto, è importante capire la differenza tra testamento pubblico e olografo. Il primo è redatto da un notaio alla presenza di due testimoni, garantendo la conformità delle volontà del testatore alla legge. Il secondo, più semplice da realizzare, deve essere scritto interamente a mano e sottoscritto con data e firma dallo stesso testatore.

Entrambi sono validi e disciplinati dal codice civile, ma offrono tutele diverse sotto il profilo della conservazione, della certezza legale e dell’iter successivo alla morte del testatore.

Come si redige un testamento olografo

Come accennato in precedenza, il testamento olografo è la forma più immediata per chi desidera maggiore riservatezza e rapidità. Tuttavia, per risultare valido, deve rispettare tre requisiti essenziali:

  1. Autografia: tutto il testo va scritto di proprio pugno, senza strumenti elettronici o interventi di terzi;
  2. Data: giorno, mese e anno vanno riportati in modo chiaro, al fine di poter stabilire con certezza quando il documento è stato redatto;
  3. Firma: la sottoscrizione del testatore deve comparire in calce al documento.

Il vantaggio principale del testamento olografo risiede nella sua semplicità. Tuttavia, proprio perché non è vagliato immediatamente da un professionista, il rischio di commettere errori formali che potrebbero comprometterne la validità è molto alto. Inoltre, la versione olografa è più esposta a possibili smarrimenti o sottrazioni, a meno che non venga affidata in custodia a un notaio.

Come si redige un testamento pubblico

Il testamento pubblico si redige davanti a un notaio, alla presenza di due testimoni. Il testatore dichiara le proprie volontà al notaio, che le trascrive nell’atto, verificando che siano conformi alla legge. Il professionista legge il documento ad alta voce affinché il testatore e i testimoni possano confermare quanto riportato.

Seguono quindi le firme: quella del testatore, dei testimoni e del notaio stesso. Sarà quest’ultimo a conservare l’atto notarile e a garantirne la custodia.

Rispetto al testamento olografo, il testamento pubblico offre maggiore sicurezza legale e riduce il rischio di contestazioni o smarrimenti.

Gestione e validità dopo la morte

Una volta che il testatore è venuto a mancare, occorre dare efficacia al testamento per consentire agli eredi di subentrare nei diritti patrimoniali. Nel caso del testamento olografo, è necessaria la pubblicazione, ossia un atto pubblico redatto da un notaio che ufficializza il documento e ne attesta l’autenticità. Qualsiasi notaio, venuto a conoscenza dell’esistenza dell’olografo, può procedere con questa formalità.

Per quanto riguarda il testamento pubblico, invece, essendo già stato redatto come atto notarile, non richiede una vera e propria pubblicazione. Il notaio che ha ricevuto il testamento procederà a registrarlo nel momento in cui verrà a conoscenza della morte del testatore, dando comunicazione agli eredi e ai legatari eventualmente indicati.

In definitiva, la scelta tra testamento olografo e testamento pubblico varia in base alle necessità individuali: riservatezza e semplicità da un lato, garanzie legali e sicurezza dall’altro. Entrambe le forme sono valide, ma è bene conoscerne le caratteristiche per evitare errori che potrebbero compromettere le volontà del testatore. Affidarsi a un professionista resta sempre una scelta consigliabile, soprattutto per assicurare una gestione serena del proprio patrimonio dopo la morte.

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