Una telefonata ai carabinieri segnala un omicidio che non c’è: denuncia per procurato allarme, donna arrestata per droga.
“Venite, c’è un omicidio”: ma non era vero. Scatta la denuncia per procurato allarme, e una donna viene arrestata per droga. La notte del 17 agosto, intorno alle ore 2, sui vari numeri di emergenza, fra i quali il 112, giungeva una chiamata nel corso della quale l’interlocutore riferiva di un presunto omicidio in corso presso un’abitazione nel quartiere di Verona San Massimo, a opera di soggetti non identificati.
L’allarme ha immediatamente mobilitato i militari della Sezione Radiomobile di Verona, che sono intervenuti tempestivamente sul posto. Giunti in via Sant’Eupreprio, luogo dove era stato segnalato il delitto, i militari notavano una donna che, alla loro vista, tentava di allontanarsi frettolosamente cambiando repentinamente la direzione di marcia.
Nessun omicidio.
Insospettiti dall’atteggiamento della donna, i militari decidevano di fermarla e, dopo essersi chiaramente accertati, anche grazie all’ausilio dei sanitari del 118 già sul posto al loro arrivo, che nell’abitazione segnalata non fosse stato commesso alcun omicidio e che tutti gli occupanti erano in buona salute, decidevano di perquisire la donna, un’italiana 36enne già nota alle forze dell’ordine, la quale veniva trovata in possesso di 64,09 grammi di cocaina, 41,24 grammi di eroina, 286,55 euro in contanti e un telefono cellulare.
La successiva perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire ulteriori 11,64 grammi di eroina, 2 bilancini di precisione, oltre a materiale per il taglio e confezionamento delle sostanze stupefacenti, tutto immediatamente sottoposto a sequestro. Conclusi gli accertamenti di rito, la donna è stata arrestata per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e associata presso la locale casa circondariale di Verona-Montorio a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, dove attenderà il giudizio di convalida che si terrà nei prossimi giorni.
Nel frattempo, proseguendo con le verifiche, gli operatori sono riusciti a rintracciare e identificare l’autrice della chiamata d’allarme, rivelatasi infondata; si tratta di una donna italiana 35enne anch’ella già nota alle forze dell’ordine, che è stata deferita in stato di libertà per i reati di procurato allarme presso l’autorità e rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identità personale.
L’intervento ha permesso di confermare che non vi era alcun pericolo reale, mentre la segnalazione ha portato alla luce un’altra grave attività criminale.
