Dall’alba in corso in tutto il Veneto un’operazione dei carabinieri contro il traffico di oggetti preziosi provenienti da furti e rapine.
Dalle prime ore di oggi, giovedì 13 marzo, è in corso una vasta operazione dei carabinieri di Padova contro il traffico illecito di oggetti preziosi provenienti da furti e rapine commessi in tutto il Veneto. L’operazione, come riferisce Ansa, ha portato all’esecuzione di due decreti di sequestro preventivo di beni e 74 perquisizioni personali e domiciliari nei confronti di altrettanti indagati.
L’azione si estende in tutto il Veneto e coinvolge anche le province di Trento e Rimini. Gli indagati sono accusati di riciclaggio e ricettazione di monili e gioielli rubati, frutto di colpi messi a segno in abitazioni, sulla strada (spesso ai danni di anziani) e nelle gioiellerie.
L’operazione è il risultato di un’articolata indagine su diversi sodalizi criminali dediti ai furti e alle rapine. Complessivamente, sono impegnati sul campo 350 militari, con il supporto del 4° Battaglione Veneto di Mestre e di unità cinofile. Le operazioni sono inoltre monitorate dall’alto da un elicottero del 14° Elinucleo di Belluno.
Le forze dell’ordine puntano a smantellare una rete criminale altamente organizzata, che da tempo operava nella regione e nelle zone limitrofe.
Le indagini.
Nel corso delle indagini sono stati tratti in arresto in flagranza di reato 8 indagati per furti in abitazione perpetrati in danno di anziani nelle province di Venezia e Rovigo e 1 per rapina in gioielleria in provincia di Vicenza.
Più in particolare, nel corso dell’attività investigativa, sono stati documentati circa 730 accessi all’immobile dell’orefice da parte di soggetti, gran parte dei quali pregiudicati per reati contro il patrimonio, che hanno consegnato all’indagato in totale oltre kg. 20 di monili in oro, ricevendo dallo stesso, a pagamento, importi in denaro complessivamente quantificati in oltre 1.350.000,00 euro.
Acquistati i preziosi, periodicamente quest’ultimo si rivolgeva a un suo conoscente dell’alta padovana, che all’interno di locali di pertinenza della sua abitazione, servendosi di forni ad alta temperatura, provvedeva a fondere i monili e a ricavarne lingotti e verghe in oro, che riconsegnava poi al complice vicentino, riciclando così di fatto il materiale di provenienza delittuosa, reso irriconoscibile e, quindi irrintracciabile.
In esecuzione del provvedimento del Gip, nei confronti dell’ex orefice vicentino, si è proceduto anche al sequestro preventivo finalizzato alla confisca dell’importo di 500mila euro, quale profitto del reato, tratto da conti correnti bancari a lui riconducibili.
Inoltre, durante le numerose perquisizioni sono stati rinvenuti elementi di riscontro all’ipotesi accusatoria (sequestrati complessivamente più di kg 20 di oro in lingotti, verghe e pepite, circa kg 30 di lingotti in argento, ulteriori kg 30 di monili in oro, gioielli, preziosi ancora in fase di catalogazione nonché la somma in contanti di circa 390mila euro, telefoni cellulari, abbigliamento e radio scanner).
