Casolare esploso a Castel d’Azzano durante la perquisizione: morti tre carabinieri, arrestati tre fratelli.
Esplode un casolare nella periferia di Castel d’Azzano durante una perquisizione, morti tre carabinieri. A causa della deflagrazione, sono rimaste ferite almeno 15 persone, tra cui 3 militari dell’Arma, 11 agenti di polizia e un vigile del fuoco. Fermati i tre fratelli Ramponi: Franco, 64 anni, Dino, 60 anni, e Maria Luisa, 58 anni, che abitavano nel casolare, già noti alle autorità per precedenti controversie legate allo stesso immobile.
Già mesi fa i tre avevano infatti avuto un primo scontro con l’ufficiale giudiziario, e anche in quel caso avrebbero minacciato di usare il gas per evitare lo sfratto esecutivo emanato dal tribunale di Verona
La tragedia si è verificata nella notte tra lunedì e martedì, poco dopo le 3 del mattino, mentre le squadre speciali di carabinieri e polizia stavano entrando nell’edificio per eseguire una perquisizione. Il casolare, un’abitazione agricola su due piani, è crollato completamente, ridotto a un cumulo di macerie. L’esplosione è stata avvertita chiaramente anche nei comuni vicini.
Tito: “Gesto premeditato”.
Secondo quanto ricostruito dal procuratore Capo di Verona, Raffaele Tito, l’esplosione non è stata casuale: “Si tratta di un gesto premeditato. La donna presente nell’abitazione ha innescato bombole di gas con bottiglie molotov. Il casolare era fatiscente, senza acqua né luce, e già oggetto di perquisizione da parte nostra. L’intervento era finalizzato a controllare la presenza di ordigni e prevenire un rischio grave”.
Tito ha aggiunto: “Il giudice civile aveva ordinato di liberare l’immobile l’11 ottobre. Quando ci siamo recati sul posto, la donna aveva inizialmente acconsentito, poi aveva revocato il consenso e minacciato chi si era presentato. – poi aggiunge commosso – La scena dei carabinieri estratti dalle macerie, con un lenzuolo sopra i corpi dei caduti, mi ha sconvolto. È una tragedia senza precedenti. Una guerra di mafia”.
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L’intervento era stato considerato ad alto rischio e il sistema sanitario regionale era già pronto dalle 2 di notte, ha spiegato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. “Il Suem 118 di Verona aveva attivato automedica, ambulanza e base operativa a distanza di sicurezza. Alle 3.05, nel momento in cui le forze speciali sono entrate, si è verificata l’esplosione. Abbiamo immediatamente attivato il piano di maxi emergenza, con ulteriori mezzi e personale medico per garantire soccorsi tempestivi”.
Zaia ha inoltre precisato che i feriti sono stati trasportati agli ospedali Borgo Roma, Borgo Trento, Villafranca e Negrar, con diversi gradi di gravità. “Ai soccorritori va il mio ringraziamento – ha detto – e rinnovo cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime. Tre eroi in divisa hanno perso la vita compiendo il loro dovere”.
I tre carabinieri deceduti sono il luogotenente Carica Speciale Marco Piffari, il carabiniere Scelto Davide Bernardello e il brigadiere Capo Qualifica Speciale Valerio Daprà.
Gli occupanti dell’abitazione sono stati fermati dai carabinieri e si trovano ricoverati all’ospedale, piantonati. L’inchiesta procede per omicidio premeditato, con l’eventuale apertura del fascicolo per tentata strage nelle prossime ore. L’area è tuttora sotto sequestro e presidiata dalle forze dell’ordine.
