Verona fiduciosa per la vendemmia, ma i dazi preoccupano

Vendemmia, “Annata favorevole”: il vino veronese affronta l’incognita dazi con ottimismo.

Mentre la vendemmia promette un’ottima annata, il mondo del vino veronese si confronta con nuove sfide all’orizzonte: i dazi. Coldiretti Verona ha riunito i Consorzi di Tutela delle DOC scaligere per il consueto incontro pre-vendemmia, occasione per condividere dati, tendenze e strategie in vista di un’annata agronomica che si preannuncia favorevole, ma incerta sul fronte commerciale.

Nonostante le nuvole sullo scenario internazionale – in particolare l’ipotesi di nuovi dazi sul vino da parte degli Stati Uniti – i produttori veneti sembrano pronti a raccogliere uve di qualità. La parola d’ordine è ottimismo, sostenuto da numeri in crescita, pratiche più sostenibili e nuovi mercati da esplorare.

Segnali positivi nei vigneti veronesi.

Dal Custoza al Lugana, passando per Soave, Bardolino, Lessini Durello, Garda, il quadro nei vigneti è buono: le malattie come la Flavescenza dorata sono sotto controllo, le varietà precoci sono già quasi pronte e le aspettative qualitative sono alte. Le vendite del primo semestre confermano una tenuta del settore, con incrementi anche a doppia cifra per alcune denominazioni.

A Soave, ad esempio, si registra un +10% di imbottigliato rispetto al 2024. Il Custoza mantiene volumi stabili ma cresce nelle tipologie di pregio, con il Custoza Superiore che ha triplicato i consumi. Il Lessini Durello continua la sua strategia di differenziazione tra metodo Charmat e metodo classico, mentre il Garda festeggia l’approvazione del nuovo disciplinare, pronto ad accogliere anche vini più leggeri.

Nuove sfide e strategie.

Non mancano però le preoccupazioni. In primis, quella legata al possibile aumento dei dazi negli Usa, principale mercato estero per molti produttori, in particolare per la Doc delle Venezie, che destina oltreoceano il 40% della produzione. Un freno ai consumi statunitensi, anche indiretto, potrebbe generare ricadute su tutto il mercato europeo.

Per affrontare il futuro, i Consorzi si muovono in direzioni diverse ma convergenti: innovazione, sostenibilità e promozione. C’è chi come il Lugana punta sulla vendita diretta e sull’enoturismo (grazie alla spinta del Lago di Garda), e chi come le Venezie lavora a una nuova versione a bassa gradazione alcolica per intercettare i gusti emergenti.

Anche la Valpolicella, pur registrando un calo del 5% nelle vendite nella prima metà dell’anno, si prepara a una nuova fase puntando su tipologie più fresche e informali come il Valpolicella base e il Superiore. La parola chiave è “segmentazione”, per rispondere in modo più mirato alla domanda e valorizzare le uve anche in tempi di resa ridotta.