Animali maltrattati nell’allevamento, reati prescritti. Ma non i risarcimenti

Maltrattamenti animali a Verona: reati prescritti, confermate le responsabilità civili.

Maltrattamenti animali nell’allevamento “Amico Cane” a Verona: i reati sono prescritti ma sono state confermate le responsabilità civili. Si chiude con una prescrizione quindi il processo d’appello per i maltrattamenti nell’allevamento “Amico Cane” di Isola della Scala, ma resta la conferma della responsabilità civile per i tre imputati: Mattia e Valter Munari, proprietari della struttura, e la veterinaria Daniela Monzini. Il caso risale al 2016, quando oltre 360 animali – tra cui 300 cani, cuccioli e altri animali da fattoria – furono sequestrati e affidati alla Lav, che da allora ha garantito loro una nuova vita in famiglie e strutture sicure.

La sentenza di primo grado.

In primo grado, i tre imputati erano stati condannati a pene detentive comprese tra 8 mesi e un anno per il reato di maltrattamento. Ma in appello, i reati si sono estinti per decorrenza dei termini. Nonostante ciò, la Corte d’Appello di Venezia ha confermato le statuizioni civilistiche: i responsabili dovranno comunque sostenere le spese processuali e risarcire i danni morali.

Secondo la sentenza del Tribunale di Verona, gli imputati avevano sottoposto gli animali a condizioni “insopportabili per le loro caratteristiche etologiche”, causando lesioni e privandoli delle cure necessarie. “Tutto questo non poteva certo passare inosservato”, ha dichiarato Lorenza Zanaboni, vicepresidente della Lav e responsabile della sede di Verona, che ha seguito il caso fin dall’inizio.

L’avvocata Emanuela Pasetto, legale di Lav, ha espresso amarezza per l’epilogo giudiziario: “Un lavoro investigativo così accurato si è concluso con la prescrizione, come purtroppo accade spesso nei reati contro gli animali. Serve un cambiamento urgente“.

Proprio su questo punto si concentra ora l’attenzione: a novembre, la Camera ha approvato in prima lettura una proposta di legge che modifica le norme penali sui reati contro gli animali. Ma secondo la Lav, le sanzioni previste restano troppo deboli. L’associazione chiede al Senato di intervenire con modifiche più incisive, per garantire giustizia e tutela reale per gli animali.