Fegato: uno studio dell’Università di Verona sulla malattia epatica più diffusa al mondo.
Dall’Università di Verona un’importante scoperta sul fegato grasso che colpisce oltre un terzo del mondo pubblicato sul New England Journal of Medicine. La malattia epatica steatosica associata a disfunzione metabolica (Masld) – nuova definizione della cosiddetta “fegato grasso” – colpisce oggi oltre un terzo della popolazione adulta mondiale e continua a crescere parallelamente all’aumento di obesità, diabete e sindrome metabolica. In Italia riguarda già circa un adulto su cinque, con un impatto economico stimato in 7,7 miliardi di euro l’anno.
Su questo fronte arriva un riconoscimento di rilievo per l’Università di Verona: il New England Journal of Medicine, una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, ha pubblicato una review firmata da Giovanni Targher, docente di Endocrinologia del dipartimento di Medicina, in collaborazione con Luca Valenti (Università di Milano) e Christopher D. Byrne (Università di Southampton, Regno Unito).
L’articolo offre un quadro aggiornato su epidemiologia, diagnosi, prognosi e trattamento della Masld, evidenziando come la malattia non rappresenti soltanto un rischio per il fegato – con possibili evoluzioni in cirrosi, insufficienza epatica ed epatocarcinoma – ma costituisca anche un pericoloso fattore di rischio sistemico. Tra le complicanze più frequenti figurano infarto miocardico, scompenso cardiaco, insufficienza renale cronica e diabete di tipo 2, oltre a un’aumentata incidenza di tumori extraepatici, come quelli al colon e alla mammella.
“La Masld è la più comune epatopatia cronica a livello globale e la sua diffusione è destinata ad aumentare – sottolinea Targher –. È una patologia che richiede grande attenzione da parte della comunità scientifica e clinica, perché coinvolge milioni di persone e ha ricadute importanti sulla salute pubblica”.

