Dopo la mega rissa alle Golosine, scoppia la polemica politica a Verona: “E se dietro ci fosse l’ombra del racket?”.
C’è l’ombra del racket dietro ai disordine e alla mega rissa delle Golosine dell’altra sera? A chiederselo sono i consiglieri Pd e Damiano Tommasi sindaco Fabio Segattini, Francesco Casella, Paola Poli, Lorenzo Didoné.
“I violenti disordini di strada in via Da Persico che la scorsa sera hanno sconvolto il quartiere delle Golosine – sostengono – costituiscono una questione politica molto seria che minaccia la sicurezza di tutti i cittadini veronesi e come tale va capita e indagata nella sua specificità. A questo proposito, troviamo penoso che la Circoscrizione, in quanto primo livello amministrativo sul territorio, non sappia fornire alle forze dell’ordine alcuna indicazione all’infuori della solita zuppa politica anti-amministrazione. Troviamo inoltre inaccettabile e inqualificabile che il presidente Padovani abbia creato inutile allarmismo legando le violenze di strada al pacifico svolgimento della festa del quartiere, due eventi distinti che non c’entrano nulla l’uno con l’altro”.
Il tema racket.
“Tornando al merito – continuano i consiglieri di maggioranza -: non si tratta di risse tra marginali per il controllo del territorio, ma piuttosto di rivalità violente e inaccettabili per il controllo di attività economiche la cui diffusione peraltro non è nemmeno circoscritta al solo quartiere delle Golosine. Non è che come in altre situazioni fuori Verona, anche qui vi sia un tema racket?
Se non partiamo da queste osservazioni finiamo nella notte buia creata dalla cieca e sciocca propaganda della destra che tratta tutti gli stranieri come clandestini e potenziali delinquenti finendo per essere il migliore alleato di chi sfrutta situazioni di fragilità sociale. E’ inoltre sconvolgente che da mesi il presidente del parlamentino Padovani e il presidente leghista della Commissione Sicurezza della Quarta Circoscrizione non convochino la commissione stessa”.
“Come forze di maggioranza che vivono e abitano il quartiere – concludono – siamo pronti a dare il nostro contributo al confronto e a chiedere alle autorità competenti tutte le contromisure che si rendono necessarie se il confronto ha per oggetto la difesa del quartiere e non la solita trita propaganda politica”.
