L’indagine Istat sul disagio a Verona: il divario sociale tra Valdonega e Veronetta.
L’ultima indagine Istat, pubblicata il 10 dicembre 2025, scatta una fotografia del disagio nei quartieri di Verona. Attraverso l’Indice di Disagio Socio-Economico (IDISE), il report analizza la qualità della vita a livello sub-comunale, rivelando che dietro la facciata di città prospera si nascondono divari profondi, dove il benessere di pochi chilometri può fare la differenza tra inclusione e marginalità.
La geografia del benessere e delle fragilità.
Il dato complessivo dell’indice IDISE identifica due mondi opposti all’interno del perimetro urbano. Da un lato ci sono le “isole felici” di Santa Maria in Stelle e Valdonega, che registrano i livelli di disagio più bassi della città. All’estremo opposto si colloca Veronetta, che si conferma l’area con la maggiore sofferenza socio-economica complessiva.
Reddito e precarietà lavorativa.
La questione economica è uno dei principali motori di questa disuguaglianza. Mentre a Verona la percentuale di famiglie a basso reddito si attesta mediamente al 13,7%, a Veronetta questo valore s’impenna sfiorando il 20%. In questo quartiere si concentra anche la maggiore precarietà lavorativa: oltre un lavoratore su cinque ha un’occupazione non stabile, un dato sensibilmente più alto rispetto al quartiere di Montorio, che appare invece come l’area più solida sotto il profilo della continuità contrattuale.
Anche la partecipazione al mercato del lavoro mostra discrepanze geografiche. Se a Santa Maria in Stelle la quota di persone in famiglie senza alcun reddito da lavoro o pensione è minima (3,6%), a Veronetta la stessa cifra triplica, raggiungendo l’11,9%.
Il peso della solitudine tra gli anziani.
Un aspetto critico dell’indagine riguarda la popolazione anziana. La media comunale indica che il 10,4% degli over 70 vive solo e in affitto (o comunque senza casa di proprietà). Tuttavia, spostando lo sguardo su San Zeno, la situazione diventa allarmante: qui quasi un anziano su cinque vive in questa condizione di potenziale fragilità abitativa e sociale, mentre in Valdonega il fenomeno riguarda appena il 6% dei residenti della stessa fascia d’età.
Istruzione: il solco tra i giovani.
Forse il dato più preoccupante per la Verona di domani è quello legato alla formazione. Il divario nel livello di istruzione tra i quartieri è abissale: a Golosine un terzo della popolazione adulta possiede al massimo la licenza media, una quota tre volte superiore rispetto a quella di Valdonega.
Questa disparità si riflette anche sulle nuove generazioni. Il tasso di abbandono o ripetenza scolastica tocca il picco a Mizzole (13,7%), un dato che stride fortemente con il virtuosismo di Valdonega, dove la dispersione scolastica è quasi inesistente (2,2%). Anche il fenomeno dei NEET — i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano — vede una forte polarizzazione: se a Santa Maria in Stelle il coinvolgimento dei giovani è alto, a Santa Lucia oltre il 20% dei ragazzi si trova in una condizione di inattività.
