Da 30 a 2mila in pochi anni, stretta sulle locazioni turistiche in centro storico: Verona frena l’overtourism

Duemila locazioni turistiche in centro storico a Verona, cresciute esponenzialmente in pochi anni: “Basta overtourism”.

Verona mette un freno all’overtourism: la giunta comunale ha infatti approvato la proposta di variante normativa al Piano degli Interventi per limitare la crescita incontrollata delle locazioni turistiche nel cuore della città scaligera, patrimonio mondiale dell’umanità Unesco dal 2000. La misura passa ora al consiglio comunale per l’approvazione definitiva.

L’obiettivo è chiaro: preservare il centro storico non solo come “quinta scenica” per i visitatori, ma come luogo vivo e abitato. “La città può essere salvaguardata e trasmessa alle generazioni future solo se resta vitale, abitata dai cittadini e non trasformata in un museo a cielo aperto”, ha spiegato la vicesindaca e assessora all’Urbanistica, Barbara Bissoli.

Troppi alloggi per turisti, pochi per residenti.

Il fenomeno delle locazioni brevi ha raggiunto numeri record: dalle appena 30 strutture registrate nel 2012 si è arrivati a 3.000 nel 2024, di cui ben 2.000 nel centro storico. Una crescita che, secondo il Comune, ha aggravato squilibri ambientali, economici e sociali: aumento dei valori immobiliari, carenza di alloggi per residenti, omologazione delle attività commerciali e un generale peggioramento della qualità della vita per chi ancora abita in centro.

La strategia del Comune.

La variante normativa, primo passo di un più ampio progetto urbanistico, punta a “riordinare” le destinazioni d’uso, bloccando l’attivazione di nuove locazioni turistiche in assenza di codice identificativo. L’intento è duplice: ridare respiro al mercato abitativo per i cittadini e spostare parte dell’offerta turistica nei quartieri limitrofi, favorendo così anche la scoperta di aree meno battute e valorizzando spazi oggi oscurati dall’attrazione del centro.

La misura si inserisce nel percorso di revisione del Piano di Gestione Unesco, che ha evidenziato come il turismo di massa rischi di compromettere la stessa iscrizione nella lista dei beni patrimonio mondiale.

Il Comune “non intende demonizzare il turismo, risorsa fondamentale per Verona”, fa sapere palazzo Barbieri, ma regolarlo. La sfida è conciliare l’accoglienza con la vita quotidiana dei cittadini. “Un turismo sostenibile, supportato da infrastrutture adeguate e da politiche culturali diffuse, può rafforzare l’attrattività della città senza espellere chi la abita”, si legge nel documento urbanistico. La partita, ora, si giocherà in consiglio comunale. Ma il segnale politico sembra chiaro: Verona sceglie di dire basta all’overtourism per tutelare il suo centro storico e il diritto alla residenza.

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