A Verona il cuore lo opera un robot, senza bisturi nè “squarci”

Cardiochirurgia robotica: a Verona il bypass coronarico lo fa il robot Da Vinci.

Cardiochirurgia robotica del futuro a Verona: la rivoluzione in sala operatoria è arrivata al Polo chirurgico di Borgo Trento. La Cardiochirurgia di Verona ha avviato la nuova tecnica robotica mininvasiva per eseguire il bypass coronarico, un intervento cruciale per il cuore.

Fino a poco tempo fa, queste operazioni venivano fatte in modalità “open,” ovvero con l’apertura completa dello sterno. Oggi, grazie al robot Da Vinci, si può agire attraverso piccole incisioni (tra i 5 e gli 8 millimetri) tra le costole, lasciando intatta la gabbia toracica e l’osso sternale.

Verona è pioniera in Veneto: solo in 4 città italiane.

La Cardiochirurgia robotica a Verona è un traguardo eccezionale: l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata (Aoui) di Verona è la prima in Veneto ad averla introdotta. In tutta Italia, sono solo quattro i centri che la praticano: Roma, Bergamo e Brescia, oltre all’Uoc diretta dal professor Giovanni Battista Luciani.

Il primo intervento.

È stato eseguito su un paziente di Rovigo, a giugno, e ha aperto la strada a un programma ambizioso. Entro la fine di ottobre, si prevede di effettuare in totale quattro interventi.

I vantaggi: “Meno dolore, recupero lampo”.

Il direttore generale dell’Aoui, Callisto Marco Bravi, ha sottolineato i grandi benefici per i pazienti. “I vantaggi principali di questo approccio mininvasivo sono evidenti: recupero più veloce e ripresa più rapida delle normali attività quotidiane. Riduzione del dolore post-operatorio e meno bisogno di trasfusioni. Meno complicanze post-operatorie, specie per i pazienti considerati ad alto rischio come persone obese, diabetiche o con patologie respiratorie”.

Un risultato estetico migliore.

Il robot Da Vinci non solo riduce l’invasività ma offre anche la massima sicurezza: il software è in grado di bloccare immediatamente i bracci in caso di necessità.

Come funziona l’intervento “a cuore battente”.

L’operazione viene eseguita con un approccio ibrido: “Si fa un bypass sulla coronaria più importante a cuore battente (senza fermarlo) e, se necessario, si completa la rivascolarizzazione con l’applicazione di stent (il “palloncino”) da parte dei cardiologi”.

Dalla console di comando, il cardiochirurgo, con l’aiuto di joystick, manovra i bracci robotici. Questi bracci sono dotati di strumenti chirurgici in miniatura e di una telecamera che permette all’intera équipe di seguire la procedura in tempo reale e in alta definizione.