Blitz a Verona congela Lollobrigida al Vinitaly: “Cannabis legale come il vino”

Blitz a Verona delle attiviste di “Meglio Legale”, congela Lollobrigida al Vinitaly: “Cannabis legale come il vino”.

Blitz delle attiviste di “Meglio Legale” che contestano Lollobrigida durante l’inaugurazione del Vinitaly: “Perché il vino sì e la cannabis no?”. In uno dei più grandi eventi del settore vinicolo, l’intervento del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, è stata “fermato” da una protesta insolita. Due attiviste del movimento Meglio Legale hanno interrotto la “festa”, esponendo cartelli con la scritta “Cannabis, legale come il vino”.

Si è trattato di una breve interruzione, poiché gli addetti alla sicurezza hanno accompagnato di li a poco, le due attiviste fuori dalla manifestazione. Le donne di “Meglio Legale” hanno sottolineato il paradosso tra la legalità del vino e il divieto sulla cannabis. Poi hanno affermato che se non fosse stato abolito il proibizionismo sull’alcol, eventi come il Vinitaly non sarebbero possibili.

Inoltre, hanno evidenziato i potenziali benefici economici e occupazionali derivanti dalla liberalizzazione della cannabis. Secondo le stime, un mercato legalizzato potrebbe contribuire fino a sette miliardi di euro all’anno alle casse dello Stato e generare circa 35mila posti di lavoro.

Il post su Instagram.

“Oggi, alla presenza di ministri ed esponenti del governo, abbiamo organizzato un flash mob durante la conferenza stampa del Vinitaly, la più importante fiera vinicola italiana, per lanciare un messaggio chiaro.

La cannabis, proprio come il vino, sarebbe meglio se fosse legale: per gli imprenditori, la salute pubblica e le finanze dello Stato. Può sembrare incredibile oggi, ma per molto tempo anche l’alcol era controllato dalle mafie e dal contrabbando. Grazie alla sua legalizzazione, si è aperto un mercato d’eccellenza per il made in Italy!

Oggi abbiamo chiesto che, proprio come per il vino, anche la cannabis sia sottratta alle mafie per creare un incredibile volano economico“.

La protesta.

Le attiviste hanno quindi sollevato la questione dell’ipocrisia nel celebrare il vino come parte integrante della cultura e della tradizione italiana, mentre la cannabis rimane classificata come sostanza stupefacente. Hanno proposto una riflessione sullo spostamento del mercato della cannabis dal circuito illegale a quello legale e regolamentato, garantendo sicurezza e controllo.

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