Berrino attacca i vini veronesi: “Sono pieni di pesticidi”. È bufera

L’epidemiologo Berrino sconsiglia il consumo di vini della Valpolicella: “Vigneti pieni di pesticidi”.

Berrino, “I vini della Valpolicella pieni di pesticidi”: una dichiarazione bomba che ha scosso il cuore enologico veronese. L’epidemiologo ha sconsigliato il consumo dei vini provenienti dalla Valpolicella, sostenendo che nei vigneti si faccia un uso massiccio di pesticidi. Una presa di posizione che si innesta sulle recenti dichiarazioni dello stesso Berrino, il quale in diretta su Uno Mattina Estate (Rai 1) aveva definito le colline della Valpolicella e quelle del Prosecco “posti terribili dove non c’è più un albero, soltanto viti diserbate piene di veleni“.

Le parole, rimbalzate in tutta Italia, hanno scatenato polemiche e preoccupazioni tra i viticoltori veronesi, già messi alla prova da un mercato sempre più competitivo e attento al tema della sostenibilità.

Vantini, Coldiretti: “Inaccettabile”.

Il presidente di Coldiretti Verona, Alex Vantini, interviene sull’attacco che l’epidemiologo Franco Berrino ha sferrato al vino veneto, in particolare al Prosecco e al Valpolicella.

“Le dichiarazioni del dottor Berrino a Uno Mattina Estate – sostiene Vantini – sono state, a dir poco, inaccettabili. Affermare che il nostro vino Valpolicella proviene da un territorio altamente inquinato da pesticidi è un’accusa grave e priva di fondamento, che danneggia l’immagine di un’intera comunità di agricoltori che, ogni giorno, lavora con passione e dedizione per produrre un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo”.

“Il nostro settore vitivinicolo – continua – è un pilastro della nostra economia. L’agricoltura in questa regione non è solo un lavoro, ma un pezzo della nostra identità, della nostra storia e del nostro futuro. I nostri agricoltori stanno investendo in tecnologia e innovazione per garantire non solo la qualità organolettica dei nostri vini, ma anche la sicurezza e la salubrità dei prodotti.

Certe dichiarazioni irresponsabili e denigratorie vanno a infangare l’immagine di un’intera area produttiva e rischiano di danneggiare il duro lavoro di intere generazioni di viticoltori. Non possiamo permettere che campagne denigratorie come queste mettano a rischio il nostro patrimonio”.