Veneto al voto in autunno, il tempo stringe: bagarre a destra, “modello Verona” a sinistra

Il Veneto andrà al voto in autunno per scegliere il successore di Zaia: ma a destra e a sinistra sono ancora tutti in alto mare.

Il Veneto va al voto in autunno, e comunque entro il 23 novembre: il Consiglio di Stato ha deciso, mettendo fine al balletto di date a cui da mesi stavamo assistendo. Niente slittamento alla primavera 2026, quindi, e per il governatore che ormai possiamo definire “uscente”, Luca Zaia, un’altra batosta dopo quella, ben più pesante, che gli ha impedito il quarto mandato.

E adesso? Adesso i tempi cominciano a stringere. Da una parte e dall’altra. Nel centrodestra, in particolare, si apre un capitolo tutto nuovo, dopo decenni contraddistinti dai regni quasi incontrastati dello stesso Zaia e di Giancarlo Galan prima di lui.

Ora però bisogna voltare pagina. Già, ma come? Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia per il momento se ne stanno arroccati sulle loro posizioni, dentro i loro fortini, ciascuno rivendicando il diritto di esprimere il candidato presidente. Per quanto riguarda Forza Italia, da mesi ormai il vicepremier Antonio Tajani fa ai quattro venti il nome dell’ex sindaco di Verona Flavio Tosi, e lo ha ribadito chiaro e tondo nei giorni scorsi proprio a Verona.

La Lega non ha alcuna intenzione di mollare la presa, quasi pretendendo per sé il dopo Zaia, e anche in questo caso Salvini, sempre da Verona, è sembrato netto: “Squadra che vince non si cambia”. I nomi? Chissà, forse il sindaco di Treviso Mario Conte, o qualcun altro, sembra quasi non sia questo l’importante. E il partito della presidente del Consiglio, forte delle percentuali di voti raccolte in Veneto nelle ultime tornate elettorali, ritiene di avere i “numeri” per mettere davanti a tutti un proprio candidato, magari Elena Donazzan, o il senatore veneziano Raffaele Speranzon.

Insomma, il centro destra sembra decisamente in alto mare, e non è affatto detto che riesca a trovare la quadra. E il centrosinistra? Ecco, appunto. L’occasione sarebbe anche di quelle fatte apposta per approfittare delle debolezze dell’avversario. Magari mettendo sul tavolo quel “modello Verona” che ha portato a palazzo Barbieri Damiano Tommasi. Sarà così?

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