Nell’area a ridosso del bastione San Francesco, dove dal dopoguerra sono stati costruiti numerosi edifici abusivi, le ruspe sono tornate al lavoro.

Ieri mattina, sulla salita prima del ponte, gli operai stavano iniziando a sgomberare una struttura angolare fatiscente. Putrelle in ferro, pareti di cemento e mattoni, tegole e tettoie, materiale di scarto. Negli anni ’50, sede di un laboratorio di un marmista, divenuto poi magazzino in uso al bastione, infine spazio degradato e abbandonato. Prosegue così il recupero dell’area, soprattutto per riportare allo splendore originario una parte importante della Cinta magistrale, sino ad oggi poco visibile e soprattutto non fruibile dalla cittadinanza, proprio a causa dell’abusivismo. Nel Febbraio dello scorso anno erano state abbattute le prime quattro abitazioni irregolari costruite sotto il vallo. La precedenza è stata data all’area vincolata, ma le demolizioni interesseranno anche lo spazio interno e lungo il fiume. In tutto erano una quindicina le ‘casette’ presenti, di cui un terzo già demolite.
Sul posto, erano presenti gli assessori ai Lavori pubblici Luca Zanotto e ai Rapporti con l’Unesco Francesca Toffali. Dal 2000, infatti, le mura veronesi sono patrimonio mondiale dell’umanità.

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