Lav, “Vittoria storica”: il Tar ferma gli esperimenti su 800 beagle

Stop ai test sui cani: il Tar boccia il Ministero, accoglie il ricorso della Lav e annulla l’autorizzazione a Aptuit.

Una vittoria storica per Lav e un duro colpo per Aptuit, la multinazionale con sede a Verona da anni al centro delle polemiche i test sui cani. Il Tar del Lazio ha annullato il rinnovo dell’autorizzazione concessa dal Ministero della Salute per esperimenti di tossicologia generale su 800 beagle.

La decisione arriva dopo una lunga battaglia legale iniziata nel 2022 e seguita passo passo dalla Lav. “È un risultato mai raggiunto prima”, sottolinea l’associazione nazionale, che aveva impugnato il provvedimento ministeriale.

La sentenza.

La sentenza smonta le motivazioni del Consiglio Superiore di Sanità, secondo cui la proroga era giustificata da “motivi di necessità”. Per i giudici, tali motivazioni non sono state specificate e “non è comprensibile come l’amministrazione non abbia considerato gli accertamenti emersi dalle indagini penali, limitandosi a prorogare come se tutto fosse regolare”.

Lav Verona.

A Verona la soddisfazione è doppia. “Dal settembre 2021, quando fummo avvisati da una guardia frontaliera che un furgone dalla Francia con 16 cuccioli di beagle stava arrivando alla multinazionale Aptuit Evotec, non abbiamo mai smesso di occuparci della sperimentazione animale che avviene in questa azienda”, racconta Lorenza Zanaboni, presidente di LAV Verona.

Nel 2022 siamo riusciti a ottenere il primo sequestro di 49 tra primati e cani e, nel maggio di quest’anno, il secondo sequestro di nove beagle. Parallelamente abbiamo lavorato sul fronte legale, con ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato. Quella di oggi è una vittoria che mette in luce come il Ministero della Salute continui a concedere autorizzazioni senza motivazioni adeguate, senza valutare l’esito degli esperimenti già fatti e ignorando che Aptuit ha tuttora un procedimento penale in corso per maltrattamento di animali”.

“No agli alibi per autorizzazioni in bianco”

Dura anche la posizione della responsabile scientifica della Lav, Michela Kuan, che ricorda come “le linee guida internazionali non devono diventare un alibi per autorizzazioni in bianco: la normativa europea impone la tutela degli animali e l’uso dei metodi alternativi”.

La LAV ora si appella al Ministero affinché la sentenza venga rispettata. “Difenderemo questo risultato perché i cani siano definitivamente salvi e chiediamo che non si permettano nuove sperimentazioni”, conclude Kuan.