Pensioni di vecchiaia: a Verona il 42,7% sotto i mille euro lordi: a rischio i “futuri” anziani.
Per quanto riguarda le pensioni di vecchiaia, a Verona il 42,7% è sotto i mille euro lordi: lo afferma lo studio dello Spi Cgil Veneto. Si tratta di uno strumento fondamentale per capire la situazione economica di migliaia di pensionati in Veneto e a Verona. Spi Cgil del Veneto ha analizzato i primi dati sulle pensioni di vecchiaia del settore privato: con un assegno mensile medio di circa 1.260 euro lordi, il 40% dei trattamenti di vecchiaia quindi è inferiore ai mille euro mensili.
Adriano Filice, segretario generale dello Spi Cgil Verona, spiega che i dati riguardano solo le pensioni derivanti da contributi lavorativi, escludendo le pensioni di tipo assistenziale come quelle per invalidi civili. Questi numeri mostrano come il sistema attuale non garantisca condizioni di vita dignitose a quasi la metà degli ex lavoratori, specialmente per le donne. Il motivo principale è che il lavoro di cura, svolto in maggioranza dalle donne, non viene adeguatamente riconosciuto, portando a interruzioni nelle carriere lavorative e contributi insufficienti.
Giovani lavoratori a rischio.
Inoltre, Filice sottolinea che lo studio è un avvertimento per i giovani lavoratori. “Dal 2015 in poi, molti giovani sono entrati nel mondo del lavoro, ma il loro futuro pensionistico è a rischio a causa della precarietà e dei buchi nei contributi. Purtroppo, nessuno sta cercando soluzioni concrete per risolvere questo problema”.
Donne penalizzate.
Nel 2023, a Verona sono state erogate 263.602 pensioni, di cui 166.236 (63,1%) erano pensioni di vecchiaia, frutto di contributi lavorativi. L’importo medio lordo è stato di 1.210 euro al mese, con una grande differenza tra uomini (1.528 euro) e donne (812 euro).
Il 42,7% delle pensioni di vecchiaia, cioè 71.117 pensioni, non arriva a mille euro lordi mensili. Anche se un pensionato può teoricamente avere più di una pensione, la maggior parte deve vivere con un solo assegno.
Differenze tra le aree.
Ci sono anche differenze significative tra le diverse aree. Verona è la penultima provincia del Veneto per importo medio delle pensioni di vecchiaia, superando solo Rovigo. Questo risultato potrebbe essere spiegato dall’alto numero di prepensionamenti o dalle diverse caratteristiche produttive delle zone. Le aree con una forte presenza industriale o con servizi ben sviluppati, come Valpolicella e il capoluogo, hanno pensioni sopra la media provinciale, mentre Lessinia e alcune parti della pianura veronese hanno gli importi più bassi.
A livello provinciale i pensionati più “ricchi” si trovano nel veneziano, dove la media delle pensioni di vecchiaia del settore privato è di 1.352 euro. A seguire Vicenza (1.279), Padova (1.256 euro), Treviso (1.250), Belluno (1.224), Verona (1.210) e Rovigo, con 1.156 euro lordi mensili.
Infine, Filice evidenzia “l’impatto negativo dell’inflazione che, negli ultimi anni, ha ridotto il potere d’acquisto dei pensionati. Le politiche del governo hanno limitato la rivalutazione delle pensioni intorno ai 2.000 euro e potrebbero addirittura congelarla. Queste scelte penalizzano i pensionati e l’economia interna, trattandoli come una “riserva economica” a cui attingere per sostenere altre spese del governo”.