“Pensioni, stangata per 60mila veronesi”: la denuncia della Cgil

Verona, 60mila pensionati “bancomat dello Stato”: la denuncia della Cgil, in dieci anni persi 774 milioni di euro.

I pensionati di Verona con assegni medio-alti continuano a essere “bancomat dei governi”, denuncia lo Spi Cgil. Il segretario generale Adriano Filice cita uno studio del centro ricerche Itinerari previdenziali che fotografa l’effetto dei tagli alla rivalutazione delle pensioni: “Chi percepisce tra 2.200 e 2.500 euro lordi al mese – circa 1.500-1.700 netti – ha perso in 14 anni l’equivalente di un’intera annualità di pensione”. Per chi riceve importi pari a dieci volte il minimo (oltre 6.000 euro lordi), il calo del potere d’acquisto arriva al 19%.

A Verona il fenomeno riguarda circa 60 mila pensionati su 240 mila: “Significa – spiega Filice – un trasferimento di ricchezza di 774 milioni di euro alle casse dello Stato negli ultimi dieci anni, senza alcun beneficio per i pensionati più poveri“.

La pratica, ricorda il sindacato, non è nuova: dal 1984 a oggi le regole sulla rivalutazione sono state modificate 16 volte. Con l’ultima stretta del governo Meloni che tra il 2023 e il 2032 prevede un effetto complessivo da 61 miliardi.

“Chi oggi viene penalizzato – conclude Filice – è la stessa fascia di contribuenti che ha sostenuto per decenni il carico fiscale del Paese. A Verona la perdita di reddito significa meno consumi, meno aiuti a famiglie e nipoti e un potere d’acquisto ridotto per sempre”.

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