Emergenza medici di famiglia, sono ancora 199 le zone scoperte nel Veronese

Ancora molti i pazienti di varie circoscrizioni veronesi a cui manca il medico di famiglia.

Non si ferma la crisi dei medici di famiglia nei vari comuni del veronese. Ai bandi del 31 maggio scorso destinati a diplomati, a nuovi arrivi da fuori regione e a medici che si trasferiscono di ambito hanno risposto solo 18 persone e rispetto alle 209 posizioni vacanti di aprile, sono stati coperti solamente 10 posti. Sono quindi ancora 199 le zone rimaste scoperte.

Dati alla mano.

Nelle circoscrizioni 1, 2 e 3 sono arrivati due medici lasciando però ancora 26 posti vuoti; nei quartieri est della città, più precisamente nelle circoscrizioni 6 e 7, è arrivato un medico ma all’appello mancano ancora dottori a Lavagno e Porto San Pancrazio.

Sono poi 29 i camici bianchi mancanti a San Giovanni Lupatoto, Buttapietra, Castel D’Azzano e nelle circoscrizioni 4 e 5 del comune di Verona, solo uno in meno rispetto ad aprile. Arrivato un medico per Palù, Ronco All’Adige e Zevio, dove però vi sono ancora due posti vuoti e uno anche a Isola Rizza, Oppeano e San Pietro di Morubio lasciando ancora 4 posizioni vacanti.

In zona lago sono stati colmati due posti, lasciandone assenti però altri 24, tra cui uno a Bussolengo, uno a Malcesine, Pescantina, Sommacampagna e Sona. Altro punto dolente è nel quadrante Sud-Ovest, la zona che comprende Erbé, Isola della Scala, Mozzecane, Nogarole Rocca fino a Villafranca: a fronte di 2 arrivi continuano a mancare 25 medici di base, tra i quali tre ad Isola della Scala, tre a Villafranca e due a Vigasio. Per quanto riguarda i medici di continuità assistenziale, gli incarichi vacanti sono scesi di una sola unità: da 117 a 116.

Il commento del segretario generale dello Spi Cgil Verona, Adriano Filice.

“In queste condizioni il sistema sanitario è insostenibile: i cittadini non trovano assistenza sul territorio e si riversano nei pronto soccorsi degli ospedali che sono a loro volta in profonda crisi. Inoltre la conseguenza di una sanità pubblica che non risponde ai bisogni delle persone spinge i cittadini verso la sanità privata o a non curarsi. È un cortocircuito continuo che per molti diventa un dramma”.

Prosegue Filice: “Come sindacato dei Pensionati non possiamo che continuare a denunciare una situazione che è diventata insostenibile. Oggi si paga drammaticamente la mancata programmazione delle istituzioni sanitarie e politiche e secondo noi manca una piena consapevolezza della condizione sociale e sanitaria delle persone più fragili. La sanità è un diritto di tutti sancito dalla Costituzione. La condizione sanitaria per le persone è assolutamente prioritaria e urgente. Noi pretendiamo risposte immediate. Noi vogliamo che si incrementino i fondi destinati alla sanità con risorse adeguate, che si faccia una seria campagna di assunzioni strutturali finalizzata a ridurre tutte le carenze e che ci sia una forte sanità del territorio pubblica”.

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