Cresce la preoccupazione tra gli allevatori veronesi e i produttori di latte per il brusco crollo del latte spot, quello sfuso in cisterna.
Tra gli allevatori veronesi cresce la preoccupazione per il brusco crollo del latte spot, cioè quello sfuso in cisterna, passato in pochi mesi da 69 a 53 euro a ettolitro, con una tendenza verso i 50 euro. A pesare, secondo Ismea, è la sovrapproduzione europea e mondiale unita a un rallentamento dei consumi.
“La situazione è critica – avverte Tiziano Ronca, presidente del settore lattiero-caseario di Confagricoltura Verona –. Con prezzi sotto i 50 euro non copriamo più i costi, aumentati su tutta la linea: macchinari, energia, materie prime”. Il settore sconta anche gli investimenti per l’ammodernamento delle stalle e la crescita dei costi dell’erba medica.
La produzione di latte è aumentata del 2,6% in Italia e in modo più marcato nelle regioni del Nord, mentre le importazioni a basso prezzo da Germania e Francia spingono ulteriormente al ribasso le quotazioni. Anche i formaggi dop, come il Grana Padano, iniziano a mostrare segnali di flessione.
Il lungo periodo di prezzi alti ha portato gli allevatori a mantenere più capi in stalla, riducendo le macellazioni estive del 12% e ampliando l’offerta. “Bisognerebbe produrre il 10% in meno per riequilibrare il mercato”, osserva Ronca, che denuncia anche i vincoli normativi e il calo del ricambio generazionale.
Confagricoltura chiede misure urgenti per sostenere il comparto, strategico per Verona con oltre 318 mila tonnellate prodotte nel 2024. Al tavolo latte riunitosi ieri a Roma, l’associazione ha chiesto tutela dei prezzi, aiuti sui costi energetici, misure di sostegno ai consumi e valorizzazione della filiera dop.
