kiwi, fa bene al cuore e alla mente: la scoperta dell’università di Verona apre nuovi scenari.
Non solo gustoso e ricco di vitamine, il kiwi è anche un alleato del cuore e della mente: a rivelarlo è una ricerca dell’Università di Verona. Lo studio sostenuto dalla Regione Veneto, ha individuato nel kiwi una sostanza capace di esercitare effetti positivi sull’attività cerebrale, con potenziali proprietà antidepressive.
La ricerca ha messo in luce il ruolo dell’acido chinico, un metabolita naturalmente presente nel frutto e in quantità particolarmente elevate proprio nel kiwi. Questa molecola, spiegano gli studiosi, riesce ad attraversare la barriera emato-encefalica, raggiungere il cervello e agire in sinergia con altri composti bioattivi del frutto, aumentando i livelli di serotonina e rafforzando così il benessere psicologico.
L’assessore regionale all’Agricoltura, Federico Caner, parla di “una scoperta che non solo arricchisce la ricerca scientifica, ma apre nuove opportunità di mercato per le imprese agricole venete. Il kiwi non è più soltanto un’eccellenza per qualità e gusto: diventa un prodotto che unisce salute, innovazione e competitività”.
Dalla ricerca al brevetto.
Il lavoro di UniVr ha radici lontane. Già nel 2013, grazie a un incarico regionale, le università di Verona e Padova avevano avviato uno studio per caratterizzare i principali prodotti ortofrutticoli veneti. In quell’occasione emerse che il kiwi conteneva sostanze inattese, tra cui triptamina e serotonina.
Un passo ulteriore è arrivato con recenti analisi, che hanno confermato l’azione antidepressiva dell’acido chinico. I risultati, ora brevettati, aprono due strade: l’inserimento del kiwi in diete mirate a supporto delle terapie e lo sviluppo di integratori specifici.
Il peso del kiwi in Veneto.
Il Veneto è tra le regioni leader per la produzione di kiwi: oltre 2.700 ettari coltivati, di cui più del 75% concentrati in provincia di Verona. Nel 2024 la raccolta ha superato le 44 mila tonnellate, con un incremento del 35,9% rispetto all’anno precedente. Numeri che, alla luce di questa scoperta, potrebbero trasformarsi in un ulteriore vantaggio competitivo per i produttori locali.
Nutrizione e benessere.
L’Università di Verona, recentemente inserita nella Top10 degli atenei statali secondo la classifica Censis, conferma così il suo ruolo di eccellenza nella ricerca scientifica. “Questa indagine – sottolinea Caner – rafforza il legame tra alimentazione, salute e sostenibilità. Un kiwi coltivato in Veneto non è solo un frutto: è un investimento per il futuro del territorio e delle persone che lo abitano”.
