Verona, per risparmiare sulla spesa arriva “Occhio al prezzo”: la top ten dei ribassi e dei rincari a tavola

Verona, il comune lancia l’iniziativa “Occhio al prezzo”: la top ten dei ribassi e dei rincari.

Quanto costa fare la spesa a Verona? Si chiama “Occhio al prezzo” l’iniziativa lanciata dal comune di Verona con l’obiettivo di “mantenere aggiornata la cittadinanza sulle variazioni dei prezzi, educare i consumatori a una spesa più consapevole ed evitare eventuali comportamenti speculativi ingiustificati”. Il progetto prevede la diffusione capillare, a cadenza mensile, della top ten dei ribassi e dei rincari a tavola.

Le informazioni verranno pubblicate, con cadenza mensile sui tabelloni dei varchi presenti agli ingressi cittadini e sul sito del Comune. Si parte da questo mese, attraverso la diffusione capillare delle notizie raccolta dalla Commissione comunale Controllo Prezzi Istat, con una specifica sulla crescita e sulla diminuzione dei costi dei prodotti alimentari più utilizzati. L’andamento dei prezzi di beni e servizi e la nuova iniziativa ‘Occhio al prezzo’, sono stati presentati dall’assessore alla Statistica Federico Benini. Presenti il presidente della Commissione comunale Controllo prezzi Istat Franco Bressan, per la Federazione provinciale Coldiretti di Verona Giorgio Girardi e per Cgil Verona e Federconsumatori Maurizio Framba.

“L’iniziativa, unica nel panorama italiano – ha spiegato l’assessore Benini –, partirà da questo mese. Punta ad accrescere le notizie in possesso dei cittadini su quelli che sono gli incrementi mensili dei prodotti alimentari. Un’adeguata informazione può portare, da una parte, ad un comportamento più attento del singolo consumatore, dall’altra, ad evitare alcuni comportamenti speculativi. Comportamenti che possono essere alla base di un incremento dei prezzi che riteniamo del tutto ingiustificato e che pone Verona fra le prime dieci città più care d’Italia”.

“Verona negli ultimi 6 mesi è stata la città con la percentuale più alta di aumento dei prezzi di tutto il Veneto – ha dichiarato Framba – e sono 6 mesi che si trova nelle prime sei posizioni a livello nazionale. La nostra attenzione è rivolta in particolare sui prodotti alimentari, che registrano i principali aumenti con una crescita dell’inflazione annuale pari a +13,4%”.

Fra gli osservatori d’Italia, Verona è uno degli 80 comuni che concorrono mensilmente alla realizzazione degli indici dei prezzi, attraverso il monitoraggio diretto sul territorio.

La rilevazione dei dati.

La rilevazione dei dati è curata in ambito locale dall’Ufficio Statistica del Comune, secondo metodi e tecniche definiti dall’Istat. Si svolge dall’1 al 21 del mese di riferimento su oltre 600 punti vendita (anche fuori dal territorio comunale) appartenenti sia alla grande distribuzione sia alla distribuzione tradizionale e a liberi professionisti, per più di 60.100 quotazioni annue degli oltre 670 prodotti compresi nel paniere. Il piano di campionamento dei punti vendita è realizzato in maniera tale da rappresentare tutta la gamma degli esercizi commerciali esistenti localmente.

A metà di ogni mese, secondo il calendario ufficiale ISTAT, vengono pubblicati sul sito https://statistica.comune.verona.it i risultati del calcolo dell’inflazione a Verona.

La top ten dei ribassi e rincari nel mese di settembre.

Carrello della spesa. Cosa sale. Considerando la spesa di una famiglia tipo, la classifica vede al 1° posto della top ten i Vegetali freschi o refrigerati che registrano una variazione mensile di +13%. Al 2° posto lo zucchero con +8,7%. Seguono, uova +3,8%, latte conservato +3,5%, alimenti per bambini +3,1%, pesce +3,1%, gelati +2,9%, latte scremato +2,6%, riso +2,5%, burro +2,4%.
Cosa scende. Al 1° posto nei prezzi in discesa, le patate con -5%. Al 2° posto la frutta fresca e refrigerata con -4,3%. Seguono pesce surgelato fra il -1,5% e il -1,2%, frutti di mare freschi o refrigerati -0,7%, cereali per colazione -0,6%, pesce affumicato, secco e salato -0,5%, carne bovina -0,2%.

Andamento prezzi al consumo.

La crescita a settembre 2021 sullo stesso mese dell’anno precedente era del 2,7%. Ora siamo al +9,9%, con una differenza percentuale di un punto sul dato nazionale. La forbice tra locale e nazionale si è leggermente ridotta rispetto i mesi precedenti, ma rimane sempre significativa e posiziona Verona tra le città più care d’Italia. Da febbraio 2022 il capoluogo scaligero è sempre tra le prime dieci città con le percentuali più alte di rincari. Andamento confermato anche nel mese di settembre, dove Verona si è posizionata al sesto posto nella top nazionale, dietro a Catania, Bolzano-Palermo a pari merito, Ravenna-Trento sempre a pari merito, Messina e Bologna.

In tutta Italia l’aumento dei prezzi è dovuto soprattutto alle variazioni di spesa per la casa, elettricità e combustibili con una differenza tra settembre 2022 e 2021 del +32,1%, per alimentari e bevande analcoliche, del +11,7%. Per Verona, i capitoli che trainano i prezzi sono gli stessi, ma con percentuali più alte, pari al 35% per la prima voce (una differenza del 2,9% con il dato nazionale) e del 13,4 per cento per la seconda.

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