La Terapia intensiva neonata di Borgo Trento, attiva dal 1991, accoglie ogni anno 350 bambini nati prematuri.
Bambini che alla nascita possono pesare meno di 500 grammi e arrivano alla luce già alla 23esima settimana di gestazione: sono i fragilissimi pazienti della Terapia intensiva neonatale (TIN) di Borgo Trento, punto di riferimento provinciale e regionale per tutte le gravidanze a rischio. Ogni anno qui vengono accolti circa 350 neonati prematuri, una media di uno al giorno, provenienti non solo da Verona ma anche dagli ospedali di Legnago, San Bonifacio, Villafranca, Peschiera e Negrar.
In occasione della Giornata mondiale della prematurità, il Polo Confortini ha ospitato un momento dedicato alla sensibilizzazione: esposizione delle attrezzature, incontro con medici e infermieri e la presenza delle famiglie che hanno vissuto l’esperienza della TIN. Una ricorrenza che, spiega il direttore Renzo Beghini, “celebra la forza dei piccoli nati prima del termine e l’impegno di un reparto che offre loro la possibilità di completare fuori dall’utero un percorso iniziato troppo presto”.
Attiva dal 1991.
Attiva dal 1991, la TIN assiste neonati dalla 23esima settimana e con peso anche inferiore ai 500 grammi, che vengono nutriti e monitorati nelle termoculle fino al raggiungimento dei 2 chili. I più piccoli vengono inizialmente accolti in culle chiuse, accessibili solo attraverso oblò, per poi passare alle culle aperte che consentono un contatto più diretto con le mamme.
A fianco della struttura ospedaliera opera da 25 anni la Croce Bianca, associazione di volontariato che gestisce con Aoui e Suem 118 il Servizio di trasporto emergenze neonatali. Un sistema attivo 24 ore su 24 che permette il trasferimento rapido e sicuro dei neonati critici grazie ad ambulanze dotate di termoculle, ventilatori e monitor avanzati. Due mezzi dedicati, rinnovati periodicamente, coprono il fabbisogno della provincia.
Il legame con le famiglie è forte e duraturo, come ricorda Sara Sperotto, caposala della TIN: “Accanto alle termoculle nasce un rapporto di fiducia che va oltre il periodo di ricovero. Oggi sono tornati a trovarci genitori di bambini nati cinque anni fa”.

