Alluvioni, nell’Est Veronese il “grande occhio” digitale che protegge

Una rete di 18 sensori sui fiumi per prevenire le alluvioni: l’Est Veronese si mette in sicurezza.

Una rete digitale di sensori e modelli previsionali è entrata in funzione nell’Est Veronese per fronteggiare il rischio alluvioni. L’infrastruttura, realizzata dall’Autorità di Bacino delle Alpi Orientali, conta 18 stazioni di rilevamento e quattro nuove postazioni meteorologiche a monte, con l’obiettivo di fornire dati in tempo reale a sindaci e protezione civile.

Livello e velocità dei corsi d’acqua.

I dispositivi monitorano costantemente il livello e la velocità dei corsi d’acqua, tra cui Tramigna, Alpone e Chiampo, che nel 2010 provocarono gravi esondazioni a Soave e Monteforte. Controlli attivi anche sull’Adige a Belfiore, sui Progni di Illasi e Mezzane, sul Fibbio a San Martino Buon Albergo, sullo Squaranto a Montorio, sul collettore Zerpano a Veronella e sul Fratta a Zimella.

Stazioni di rilevamento delle piogge.

A completare il sistema ci sono le stazioni di rilevamento delle piogge e della temperatura collocate a Roverè Veronese, Erbezzo, Selva di Progno e Crespadoro. Questi punti permettono di conoscere in anticipo l’andamento delle precipitazioni e lo scioglimento della neve, elementi decisivi per prevedere la quantità e la velocità del deflusso verso valle.

Sottopassi.

Un ulteriore tassello riguarda il monitoraggio dei sottopassi ferroviari e autostradali nei comuni di Soave, San Martino Buon Albergo e San Bonifacio, spesso soggetti ad allagamenti improvvisi.

Grazie a un computer centrale che elabora i dati raccolti, vengono generati modelli matematici in grado di prevedere con anticipo le situazioni critiche, così da attivare rapidamente bacini di laminazione e altre misure di contenimento.