Miracolo a Negrar: salvato l’occhio del bimbo ferito dalle bombe a Gaza

A Negrar un delicato intervento salva l’occhio di un bimbo palestinese ferito a Gaza.

Sette ore di sala operatoria per Abdelrahman, 7 anni, bambino palestinese sopravvissuto a una delle tante esplosioni che devastano Gaza.

È stato operato il 2 luglio all’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, per tentare di salvare l’occhio destro devastato da una grossa scheggia di ordigno che lo ha colpito il 15 aprile, durante una notte di guerra.

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Dall’inferno alla sala operatoria.

Abdelrahman è arrivato in Italia il 12 giugno grazie a una missione umanitaria sostenuta da varie organizzazioni. Con lui, altri tre bambini palestinesi feriti. È stato accolto dall’Azienda Ospedaliera di Padova, dove ha ricevuto le prime cure per fratture e ustioni a una gamba. Accanto a lui ci sono solo la mamma Amna e la sorellina Batool, di 5 anni: sono ciò che resta della sua famiglia. L’esplosione, in piena notte, ha portato via per sempre il papà, il fratellino di un anno e mezzo e uno zio. Vivevano insieme in una tenda nel campo profughi di Khan Yunis.

Un intervento difficile.

A Negrar, l’équipe guidata dalla dottoressa Grazia Pertile, direttrice di Oculistica, e dalla dottoressa Elisa Bottega, ha affrontato un intervento estremamente complesso. La scheggia rimasta nell’occhio occupava un terzo del suo volume. “Normalmente in questi casi si interviene entro 24 ore -, spiega Pertile – ma Abdelrahman ha potuto essere operato solo dopo più di due mesi dal trauma. La scheggia aveva causato una reazione cicatriziale importante e la retina era praticamente accartocciata”.

Eppure, nonostante le difficoltà, i chirurghi sono riusciti a rimuovere la scheggia, riattaccare la retina e ricostruire l’integrità dell’occhio. Ora tutto dipenderà dal decorso post-operatorio: se l’evoluzione sarà favorevole, Abdelrahman potrà sperare in un parziale recupero della vista. Ma la strada è ancora lunga: dovrà affrontare altri interventi per trattare le cicatrici che si formeranno e stabilizzare definitivamente la retina.

Una rete di solidarietà.

Dopo l’intervento, Abdelrahman è già stato dimesso dal reparto di Pediatria, diretto dal dottor Paolo Bonetti, ed è tornato a Padova con la sua famiglia. Accanto a lui, oltre ai sanitari, c’è anche l’Associazione “Padova abbraccia i bambini”, che si è occupata di sostenere la madre e la sorellina anche durante la degenza a Negrar.

Zaia: “Veneto terra ospitale”.

“Curando Aldebrahman, il bambino di Gaza ferito gravemente ad un occhio, l’Ospedale di Negrar hanno dimostrato che di don Calabria, il grande santo veronese dedito nel secolo scorso ai malati bisognosi, non ha soltanto ereditato il nome ma anche seguito la missione. Ora il giovane è già tornato in Pediatria al Policlinico di Padova, dove continua ad essere seguito. Ancora una volta siamo orgogliosi che il Veneto si sia confermato terra ospitale e di solidarietà, dove le vittime dei conflitti sono accolte e curate, indipendentemente dalla loro provenienza e dalla loro appartenenza”.  

Così il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, si congratula con i sanitari e tutto il personale dell’Ircss Sacro Cuore Don Calabria di Negrar dove il bambino palestinese di 7 anni, già in cura a Padova, è stato sottoposto a un complesso intervento all’occhio destro, gravemente danneggiato dall’esplosione di un ordigno a Gaza.