Molotov contro la casa di una ex dipendente, tre in manette per tentata estorsione

Atto intimidatorio a Legnago: ex datore di lavoro e due complici arrestati per le molotov lanciate contro casa di una donna.

Era la tarda mattinata del 12 settembre scorso quando a Legnago ignoti autori scagliavano contro l’abitazione di una donna alcune bottiglie incendiarie molotov, tanto che una di queste, attraverso una finestra aperta, finiva addirittura all’interno della casa; tuttavia i due ordigni non s’incendiavano dal momento che non innescati.

Subito venivano allertati i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Legnago. Grazie alla conoscenza del territorio e all’importante supporto dei sistemi di videosorveglianza ubicati in città e nei paesi limitrofi, i militari dell’Arma acquisivano concrete fonti di prova a carico di tre soggetti veronesi di 55, 52 e 62 anni. Fattori indiziari che, sottoposti al vaglio della Procura della Repubblica di Verona, consentivano a quest’ultima di avanzare e ottenere dal Gip del locale Tribunale un ordine di custodia cautelare in carcere per i tre indagati, in quanto indiziati, a vario titolo, di fabbricazione e porto illegale in luogo pubblico di ordigni incendiari e di tentata estorsione, aggravati, ai danni di una donna.

Il movente.

Nello specifico, due dei tre indagati avrebbero scagliato le molotov contro l’abitazione della vittima per poi dileguarsi. Le indagini dei carabinieri hanno poi accertato che il movente era da ricondurre a precedenti rancori da parte del 55enne ex datore di lavoro della vittima, che non si era dato per vinto alla perdita della vertenza lavorativa e che per tale ragione avrebbe ingaggiato, sotto compenso di 4mila euro, il 52enne e il 62enne, affinché eseguissero l’atto intimidatorio allo scopo di far desistere l’ex dipendente dalla richiesta del credito.

Pertanto, il 19 scorso i carabinieri di Legnago, su ordine di esecuzione della Procura della Repubblica di Verona, in ottemperanza dell’ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal Gip del locale Tribunale, arrestavano i tre indagati per poi, concluse le formalità di rito, tradurli presso la casa circondariale di Montorio.

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