La crisi del personale in Veneto spinge il 36% degli imprenditori a vendere l’azienda: l’indagine su Verona.
Crisi del personale: in Veneto Il 36% degli imprenditori vuole vendere l’azienda secondo un’indagine condotta a Verona, Vicenza e Treviso. Le ragioni sono la mancanza di personale motivato (53%), problemi organizzativi e digitalizzazione a metà.
Verona.
Anche per Verona, un preoccupante segnale di crisi strutturale, emerge dalle Pmi del Veneto, regione che, insieme a Lombardia ed Emilia-Romagna, è tra quelle a maggiore domanda di nuovi occupati in Italia. Secondo l’indagine Future Age, condotta su 565 aziende nelle province di Verona, Vicenza e Treviso, il 36% degli imprenditori ha espresso l’intenzione di vendere la propria azienda entro i prossimi cinque anni.
Le motivazioni di questa potenziale “fuga” dal mercato non sono solo economiche, ma affondano le radici in problemi interni di organizzazione e capitale umano.
“Manca la voglia di fare”.
Il fattore scatenante, per la maggior parte degli intervistati (aziende manifatturiere, meccaniche, alimentari e servizi B2B con fatturato tra 5 e 100 milioni di euro ) e come riporta l’indagine, è la mancanza di risorse umane qualificate e coinvolte.
Mancanza di personale motivato: È la questione principale per il 53% degli intervistati. Oltre sette imprenditori su dieci hanno lamentato una drastica assenza di “voglia di fare” e senso di appartenenza.
Problemi organizzativi: riguardano il 51% degli imprenditori, che lamentano aziende lente, disordinate e con strutture che faticano ad adattarsi al mercato. I colli di bottiglia includono la bassa integrazione tra reparti e flussi decisionali ancora troppo “padronali”.
Successione e conflitti: Il 41% lamenta passaggi generazionali bloccati o critici, e quasi un imprenditore su due non ha un successore identificato o attivo in azienda. Il 34% ha vissuto importanti frizioni interne, spesso legate alla governance o alle tensioni con i dipendenti.
Digitalizzazione.
Un ulteriore freno è rappresentato dai ritardi nella trasformazione digitale, indicata come fattore scatenante della cessione per il 32% degli intervistati.
Nonostante la digitalizzazione sia avviata, questa è spesso limitata alla sola contabilità. Aree determinanti come l’Intelligenza Artificiale, i sistemi CRM e il controllo avanzato delle performance restano ancora trascurate. Questa inefficienza strutturale, secondo l’analisi, rende le Pmi poco attrattive per i giovani talenti.
“Lavorare è un peso”.
La crisi del personale, come emerge dal quadro generale su oltre 2 mila imprenditori italiani, non è solo un problema di recruiting (l’89% segnala difficoltà nel trovare qualificati ), ma riflette un profondo cambiamento culturale. Il lavoro, un tempo opportunità di crescita, è oggi percepito da molti come un peso.
«Per affrontare la crisi del personale, gli imprenditori devono sviluppare una leadership solida e visionaria, capace di motivare e coinvolgere i collaboratori» afferma Paolo Borghetti, Ceo di Future Age, l’azienda che ha condotto lo studio.
