Radicchio rosso di Verona: “Costi troppo alti, a rischio la produzione”

Meno produzione per il radicchio rosso di Verona: “L’intera filiera agroalimentare sotto pressione, i costi si ripercuotono sui consumatori”.

Sono circa 850 gli ettari coltivati a radicchio rosso tondo e lungo nella provincia di Verona, circa il 20% in meno rispetto al 2022: siccità, alte temperature, elevati costi di produzione e difficoltà nel reperire la manodopera stanno mettendo a forte rischio questa eccellenza della tradizione scaligera.

“Nonostante il caldo di questo inverno anomalo, la produzione di radicchio è buona sia in termini di quantità che di qualità, “precisa il produttore Massimo Mariotto, presidente di sezione di Coldiretti di Arcole. “I prezzi sono nella media, anche se i consumi sono stati ultimamente bassi a causa del clima poco freddo, mentre i costi di produzione sono lievitati. Dall’anno scorso i costi sono aumentati nell’ordine del +30-40% rispetto all’anno prima: coltivare un ettaro a radicchio rosso ormai costa sui 7mila euro. Per queste ragioni, annualmente si verifica da parte degli agricoltori un calo di ettari e di produzione a favore di altre colture più redditizie come i cereali”.

Veronesi alle prese con l’impennata dell’inflazione.

“Sotto pressione”, sottolinea il presidente di Coldiretti Verona Alex Vantini, “è l’intera filiera agroalimentare, a partire dall’agricoltura, dove si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Ma gli aumenti riguardano anche semi e piantine, il confezionamento dalle cassette in polistirolo, plastica o legno fino alle copertine per l’imballaggio.

Costi che si ripercuotono sui consumatori e sulle imprese. L’impennata dell’inflazione, infatti, è costata nel 2022 ai veronesi circa 42 milioni di euro in più per l’ortofrutta secondo un’elaborazione di Coldiretti su dati Istat e oltre un terzo del totale delle imprese agricole è costretta a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo il Crea”.

“Per difendersi dagli aumenti otto veronesi su dieci hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso”, dice l’analisi Coldiretti/Censis, che evidenzia come siano cambiati anche i luoghi della spesa con il 72% dei consumatori che si reca e fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in promozione.

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