Si rompe un dito, odissea di 9 ore in 3 ospedali: “Situazione disastrosa”

La vicenda riguardante gli ospedali dell’Ulss 9 Scaligera scatena le polemiche dell’opposizione in Regione.

“La vicenda del lavoratore che per farsi curare una frattura a un dito ha dovuto peregrinare per nove ore in tre ospedali veronesi – San Bonifacio, Bussolengo e Villafranca – prima di essere curato, è emblematica dello stato disastroso in cui versa la sanità veneta anche nell’ambito dei Pronto Soccorso. Ed è la conferma che occorre riformare il sistema sanitario pubblico”.

Sono le parole della Consigliere regionali del Partito democratico e componenti della Commissione sociosanitaria Anna Maria Bigon e Francesca Zottis. L’incidente, lo ricordiamo, è accaduto all’interno di un cantiere a San Bonifacio, e il lavoratore è stato dirottato in tre ospedali prima di ricevere le cure adatte.

“La carenza di personale nei Pronto Soccorso – continuano i due consiglieri Pd – è ormai cronica, coperta in buona parte con esternalizzazioni. Un fenomeno che colpisce soprattutto gli spoke dell’Ulss 9 e che in Veneto vede complessivamente una mancanza di ben 200 medici nei reparti di emergenza e urgenza. Il nodo critico sta nel fatto che si spendono montagne di soldi pubblici per le esternalizzazioni che riguardano principalmente questi reparti: abbiamo presentato una richiesta ufficiale di accesso agli atti per sapere quali siano nel dettaglio le somme spese da ogni Ulss”.

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