Incendio Coati, aria ancora sotto esame. Cittadini in piazza

Prosegue il monitoraggio dell’aria dopo il devastante incendio al salumificio Coati.

Proseguono l’attenzione e il monitoraggio della qualità dell’aria da parte del Comune di Verona, con Negrar e Arbizzano, dopo l’incendio al salumificio Coati del 9 febbraio scorso. Intanto i cittadini, riunitisi nel Comitato “Salviamo Parona e Arbizzano”, sabato 25 sono scesi in strada denunciando il rischio corso dopo un simile evento dagli “abitanti di Parona, Arbizzano, San Pietro in Cariano, Corrubbio e di molte altre zone, Verona inclusa, raggiunte dai fumi e dalle ceneri del rogo”,

Alla manifestazione hanno partecipato anche l’assessore all’Ambiente Tommaso Ferrari, insieme all’assessora alla Salute Elisa La Paglia e alla presidente della seconda Circoscrizione Elisa Dalle Pezze. L’obiettivo dell’amministrazione comunale è quello di “ascoltare le esigenze dei residenti e ribadire l’attenzione dell’amministrazione sulle ricadute per la salute pubblica. Un impegno confermato nell’incontro di una decina di giorni fa tra i tre sindaci Tommasi, Grison e Zantedeschi e una delegazione di cittadini”.

“Abbiamo voluto partecipare alla manifestazione per ascoltare le richieste dei cittadini e delle cittadine del comitato – afferma l’assessore Ferrari-. Come comune di Verona in coordinamento con i Comuni di Negrar e Arbizzano e gli enti preposti abbiamo pianificato da settimane un monitoraggio ambientale al fine di tenere la situazione sotto controllo. Fortunatamente le analisi sin qui condotte non danno risultati anomali ma continueremo a monitorare la situazione e a comunicare le risultanze delle verifiche”.

I dubbi del Comitato.

Restano i dubbi del Comitato, primo fra tutti quello legato al futuro destino dell’area: i cittadini di Parona e Arbizzano voglio infatti sapere se si vuole “consentire di ricostruire un insediamento delle stesse dimensioni e caratteristiche di quello andato a fuoco, e con quali destinazioni, e se i Comuni interessati insieme a Provincia e Regione non intendano valutare l’alternativa di permutare l’area con un’altra, in zona più adeguata e dal minor impatto sui centri abitati”.

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